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Libero – Monza, cori razzista dalla Curva, ma il giudice non la chiude…

Le situazioni paradossali sono ormai all’ordine delgiorno nel calcioitaliano. L’ultima arriva dalla Lega Pro, dove il Monza (seconda divisione) è stato multato di 9mila euro dal Giudice Sportivo. Fin qui nulla di strano, se non che la...

Francesco Parrone

Le situazioni paradossali sono ormai all'ordine delgiorno nel calcioitaliano. L'ultima arriva dalla Lega Pro, dove il Monza (seconda divisione) è stato multato di 9mila euro dal Giudice Sportivo. Fin qui nulla di strano, se non che la sanzione è arrivata per cori di discriminazione razziale, proprio come quelli che hanno portato alla chiusura delle curve di Lazio, Inter e Milan in serie A. Tutto è successo domenica scorsa al Brianteo: i tifosi monzesi se la sonopresa conil senegaleseAmeth Fall, 22enne del Rimini ma di proprietà del Catania, con cori e ululati fin dai primi minuti di gioco (dall'8', quando ha segnato, in poi), tanto che l'arbitro è dovuto intervenire al 35' per sospendere la partita per due minuti. Ci si aspettava quindi una pena simile a quella vista per le squadre di serie A, visto che il regolamento in questione è lo stesso (una direttiva dell'Uefa applicata dalla Figc). 

Invece la sorpresa: il Giudice Sportivo della Lega Pro ha deciso di sanzionare il Monza solo con una multa. La motivazione è «perché propri sostenitori, più volte durante la gara, intonavano cori inneggianti alla discriminazione razziale in occasione delle giocate di un calciatore di colore della squadra avversaria, costringendo l'arbitro ad una breve sospensione della gara per gli opportuni provvedimenti (sanzione attenuata per la fattiva collaborazione della società e dei tesserati)», come si legge nel comunicato.

Proprio la parte tra parentesi, motivo dello sconto, è quella che va analizzata piùda vicino. Perché nell'articolo 11 del Codice di Giustizia sportiva, quello ormai noto relativo alle responsabilità per comportamenti discriminatori, con la modifica dello scorso agosto è stata eliminata qualsiasi attenuante: prima bastava lanciare un messaggio tramite lo speaker per venire semplicemente multati, ora non più, e al primo coro si passa direttamente alla squalifica del settore da cui è partito l'insulto. E' vero che il Monza, per volontà del neo-patron Emery Armstrong (che ha acquistato la società da Clarence Seedorf), si sta impegnando attivamente contro il razzismo, come ad esempio con la scritta «Stop the racism» al posto dello sponsor sulla divisa da gioco, ma Lazio, Inter e Milan non sono certo da meno. Così la Lega Pro ha creato un pericoloso precedente: la Figc difficilmente andrà contro il giudice sportivo della ex C, lasciando però ampio margine di manovra alle prossime società di A che verranno punite per i cori, che potranno quindi impugnare la decisione pro-Monza anche a proprio favore.