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Libero – Moratti pronto a tornare, è anche colpa sua se…

Francesco Parrone

Thohir via a primavera, Zhang vuole un uomo forte in Italia e pensa a Moratti

Nell'edizione odierna il quotidiano Libero, fa il punto sul possibile ritorno di Massimo Moratti alla guida dell' Inter nella figura di Presidente senza portafogli: "Nessuno aveva mai creduto veramente che la storia fra Massimo Moratti e l’ Inter fosse finita. Le frequenti esternazioni, le frasi a mezza bocca, il ruolo nel ritorno di Mancini... Una presenza costante, che non ha neanche mai fatto ombra a Erick Thohir, scafato uomo d’affari che anzi ha portato avanti il gioco fino alla mossa decisiva. Quella l’hanno fatta i cinesi di Suning, chiedere al presidente del Triplete di tornare, e viene da pensare che, dietro alla cessione di Moratti all’indonesiano, numero uno nerazzurro dal 15 novembre 2013 (è ancora lui in carica), ci fosse un piano ben studiato: consegnare la baracca a Thohir per aprirla a mercati e risorse e strategie fin lì inesplorate, risistemarla e poi tornare sulla poltronissima.

Ma non da proprietario. A mettere i soldi e le firme restano Zhang Jindong e il figlio Steven: Massimo tornerà quasi certamente come presidente senza portafogli (anche se potrebbe ritrovarsi in mano una piccola quota del club), in fondo un ruolo perfetto per un tifoso come lui: comandare senza pagare. Niente è ancora ufficiale, ma le parole dello stesso Moratti sono lì: «Sì, è vero, i cinesi mi hanno chiesto di tornare... Essere presidente è un onore, ma non so cosa risponderei». Ma il sì è quasi scontato. La volontà di Suning è chiara, serve loro un italiano, addentro alle cose di calcio italiche (non trattabile come un’azienda di elettrodomestici) e che segua il club dall’Italia. Moratti avrebbe un ruolo simile a quello che fu di Boniperti ai tempi della Juve dell’Avvocato, con la differenza che stavolta l’accentramento mediatico sarebbe tutto su di lui.

Resta il grande interrogativo sull’opportunità di un ritorno così ingombrante, oggettivamente responsabile della dispendiosa gestione che aveva portato alla cessione. Con la Champions nell’irripetibile era Mourinho, Moratti aveva chiuso il cerchio iniziato da papà Angelo. Ma a quanto pare la passione è più forte della ragione: sarà capace di non farsi trascinare dal suo interismo e restare nei confini concessi? Il passaggio di consegne fra Thohir e Moratti è ipotizzabile fra ottobre e novembre (cosa ne penserà il vicepresidente Zanetti?), anche se l’indonesiano dovrebbe uscire di scena a primavera (mettendosi in tasca una bella plusvalenza) dopo aver ridotto i debiti da 180 milioni a circa 60 e riportando così il club molto vicino alle richieste del Fair Play finanziario, con l’obiettivo di chiudere a -30 il prossimo bilancio ed evitare sanzioni.

Ora servirebbero i risultati sul campo (a partire da domani a Roma, occasione per vendicare la figuraccia in E-League), ma l’onda lunga del post Triplete si fa ancora sentire: gli otto allenatori, i tanti acquisti falliti, in parte sono ancora figli di quel maledetto 2010. Giocatori come Ranocchia che implodono, Nagatomo che De Boer manda in tribuna con Brozovic (insultato dai tifosi per aver postato foto con la fidanzata dopo il micidiale ko di Praga), Melo voluto solo da Mancini, testimoniano come a monte manchi la mentalità da top club. Proprio come ai tempi pre-Calciopoli. La Champions doveva essere il consolidamento dell’Inter ai vertici europei: è stato invece solo l’inizio di un viaggio di ritorno al purgatorio che Moratti ha già vissuto e che probabilmente avrebbe potuto risparmiarsi una seconda volta".

(Fonte: Tommaso Lorenzini, Libero 01/10/16)