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Libero – Mourinho per vincere deve tornare in Italia. Da quando ha lasciato l’Inter…

Gianni Pampinella

Secondo il quotidiano, lo Special One deve tornare in Italia per vincere perché il suo calcio all'estero non funziona

L'uscita del Manchester United dagli ottavi in Champions per mano del Siviglia, in Inghilterra ha generato non poche polemiche. Il maggiore indiziato della disfatta dei Red Devils, è José Mourinho. Secondo il quotidiano Libero, se lo Special One vuole continuare a vincere, deve tornare in Italia perché il suo calcio all'estero non funziona: "Il calcio è andato avanti, ma Mourinho è rimasto indietro. Così, la precoce uscita di scena dagli ottavi di Champions contro il Siviglia di Montella, diventa un pretesto per riconsiderare l’effettiva influenza che il vate di Setubal esercita oggigiorno nel mondo del pallone. La batosta europea rappresenta non il punto d’arrivo, ma quello di partenza per raccontare il Mourinho odierno, goffa caricatura di quello che è stato: le sue ultime tre partecipazioni alla Champions, l’Europa in cui ha trionfato (due volte) e che dovrebbe contare (più dell’Europa League vinta l’anno passato), si sono concluse agli ottavi. Per rintracciare un barlume di «mourinhismo» ancora tangibile bisogna risalire al 2013/2014, quando col Chelsea si spinse fino in semifinale. Stesso risultato ottenuto nel triennio precedente al Real, con l’aggravante che a Madrid ben figurare conta quanto perdere. È come se il portoghese coesistesse con una ingombrante contraddizione da un po’ di anni a questa parte: il suo calcio, storicamente brutto e vincente, oggi è solo brutto. Il suo atteggiamento, notoriamente polemico e provocatorio, funzionava quando era un dominatore, quando scriveva la storia col Porto, Chelsea e Inter".

"L’arrivo a Manchester l’ha ingrigito, imborghesito, a suon di campagne acquisti faraoniche senza logica, e le sue ricorrenti stoccate ai colleghi hanno adesso un retrosapore patetico: si guardi alla recente diatriba con Antonio Conte o quella con Frank de Boer. Le sue battaglie suonano ormai come obsolete, e lui è stanco, logoro, trascura ogni aspetto al di fuori del suo ego. Persino i calciatori, storicamente suoi alleati, non danno più il loro meglio con lui. I media inglesi sono impietosi e gli intimano di adattarsi ai tempi che corrono, se non vorrà che venga ricordato come l’ultimo esponente di una stirpe morente.L’alternativa a una metamorfosi che non è nelle corde del personaggio, è tornare nell’ultimo posto dove è stato felice: l’Italia. Nel Belpaese, forse, il suo calcio sarebbe ancora sopportabile, finanche vincente, anche perché dal Triplete del 2010 il nostro movimento non si è mosso di una virgola. Anzi, per molti versi resta ancorato a quel successo dell’Inter. E se oggi portiamo due squadre ai quarti dopo 11 anni, secondoArrigo Sacchi,«lofacciamo senza stile». Ecco perché il binomio Mourinho Italia è ancora strettamente attuale: in comune c’è la persuasione di poter vincere senza cambiare. Ammesso che funzioni ancora".

(Libero)