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Libero – Povero derby. Senza Champions, senza top player e senza soldi…

La sfortunaccia di Erick Thohir è stata sedersi al tavolo della città più vincente d’Italia quando le portate più ambite sono terminate da un pezzo. La Milano del calcio è condannata a questo, ad un derby dovemancheranno gli ingredienti...

Francesco Parrone

La sfortunaccia di Erick Thohir è stata sedersi al tavolo della città più vincente d’Italia quando le portate più ambite sono terminate da un pezzo. La Milano del calcio è condannata a questo, ad un derby dovemancheranno gli ingredienti più sapidi: i campionie, soprattutto, gli stimolid’alta classifica. Ci si gioca l’Europa, d’accordo, ma quella che conta dimeno, e allora va a finire che si vuole vincere solo per importunare per tutta la settimana il cuginetto perdente, che come soddisfazione vale più di un ottavo di Europa League.

Quel tavolo non è rimasto vuoto, quando l’indonesiano vi ha preso posto (ma oggi non sarà allo stadio, al contrario del derby d’andata vinto), ma sono rimaste solo le briciole, gli avanzimeno appetitosi, pure gli scarti. Quinta l’Inter e nono il Milan nel derby dei poveri, 108 punti in due, mai così male: nel 2000/2001,a tre giornate dal termine, raggranellavano insieme 91 punti, ma allora il torneo era a 18 squadre. I commensali rimangono al tavolo e cercano di arricchire ilmenù,cambiando persino i maitre: macché, la realtà parla di un declino drastico del calcio milanese.

In fondo, sono state le stesse società ad impoverire il derby, ubbidendo a «parolacce» come «spending review» e «fair-play finanziario». Dopo la conquista del triplete, l’Inter ha perso il timoniere (portoghese) della barca e si è quasi arenata, a forza di progetti sfociati instagioni inconcludenti: il prossimo sarà il terzo anno senza Champions, un’assenza che comincia apesare. Thohir è arrivatocon l’intento di coniugare i risultati economici con quelli sportivi: nel primo caso l’indonesiano sembra avere le idee chiare, anche se la perdita di 82,7 milioni dell’ultimo esercizio lascia immaginare come la strada sia tutt’altro che in discesa. Ma il futuro sportivo sembra ancora piuttosto nebuloso: si ripartirà da Mazzarri,per ora l’unica certezza. 

Urgono ora scelte vincenti sulmercato: ma Dzeko e Torres, ad ora, sono dei mortaretti fatti esplodere solo per catturare l’attenzione. La situazione del Milan è ancora più ingarbugliata e assomiglia ad un condominio in rivolta, dove i vicini non fanno che bisticciare tra di loro. Se il campionato fosse cominciato dal girone di ritorno, cioè da quando Seedorfè sulla panchina rossonera, il Milan sarebbe terzo, in zona Champions. Ma in società la cosa sembra non interessarea nessuno. Sedotto e abbandonato dai Berlusconi, mal digerito da una parte dello spogliatoio, avversato dal primo minuto di panchina da Galliani, che non vede l’ora di sostituirlo con Inzaghi: l’olandese ha il futuro segnato, lontano da Milanello

Il derby gli servirà per lasciare un ottimo ricordo ai tifosi, gliunici che sono stati sempre al suo fianco durante la sua surreale esperienza. Se poi Clarence decidesse di sfilarsi via quello che ha ai piedi (magari non le ciabatte, che ricorda un derby amaro per i milanisti) per indossare le scarpette con i tacchetti, tanto meglio. Ne guadagnerebbe lo spettacolo, già desolante nella gara di andata, dove il bel gol di Palacio fu l’unica fiammata della serata. Fenomeni in campo non ce ne sono: i predatori dell’estero bazzicano poco San Siro, e al massimo lo fanno solo per Handanovic (vedi Manchester City), valutato 25milioni. Poi ci sono giocatori bravi, bravini, mestieranti, ma non top player. Nemmeno Balotelli, che dopo la sconfitta di Roma si è ufficialmente autoescluso dalla lista.

Pure lui potrebbeprestolasciare ilproscenio milanese, non prima di essersi preso la rivincita sulla sua ex squadra, che non ha mai battuto: tocca a lui guidare l’attacco rossonero, mentre il redivivo El Shaarawy torna in panchina dopo cinque mesi di assenza. Dall’altra parte, spazio a Palacio e Icardi, che dice: «Io e Mario non siamo bad boy». Ecco, nemmeno questo primato è rimasto al derby di Milano.