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Licari (GdS): “Conte solido e pragmatico: potrebbe dire anche no a CR7 e Messi se…”

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Il giornalista, sulle colonne della Rosea, rilancia: "Se non succede l'inferno, l'Inter si prenderà lo scudetto"

Matteo Pifferi

Sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Fabio Licari ha commentato così il testa a testa tra Inter e Juventus per lo scudetto:

"Inter, è fatta. Juve, dal secondo al quarto posto c’è comunque la Champions, l’altro scudetto che oggi anestetizza i sogni di successo in cambio di un moderno “l’importante è partecipare” in salsa premi Uefa. A leggere la classifica si direbbe così. E tutti più o meno felici e contenti. O forse no. Nessuno certo s’illude (o s’angoscia) per una fuga-inseguimento dal finale probabilmente scritto: se in due mesi e undici partite (più recupero) non succede l’inferno, l’Inter si prenderà uno scudetto che la manca dal 2010 e la Juve abdicherà dopo un ciclo irripetibile di nove campionati. Ma tutti hanno il diritto di crederci. L’Inter di alimentare il suo ego continuando una rincorsa che sta assumendo dimensioni importanti (e meritate). E la Juve di riprenderla all’ultimo respiro, nel nome di un Dna privo del gene della resa".

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Scontro diretto

"Statistiche e sensazioni di campo lasciano poco scampo: la Juve dovrebbe vincerle tutte, Napoli compreso, e l’Inter perdere 7 punti per strada (su 27), per ritrovarsi alla pari allo scontro diretto dell’Allianz, penultimo turno. Possibile con un'Inter che ha incamerato 53 degli ultimi 60 punti? Nel torneo meno continuo della storia? Con un tecnico pragmatico e solido come Conte contro un collega visionario e in rodaggio come Pirlo? E con l’aritmetica che traduce il tutto in 9 successi per un titolo? C’è però una terza risposta. Possono ancora vincere tutt’e due. Per club come l’Inter uno scudetto non può essere mai una gioia estemporanea, ma solo un punto di partenza di un nuovo ciclo in crescendo, cominciato con il secondo posto 2020. Ciclo non facilmente migliorabile perché non lo sono le squadre di Conte, uno che potrebbe anche dire no a CR7 e Messi se li considerasse non funzionali al progetto. Se però Eriksen tornasse quello del Tottenham, coinvolto nel gioco da protagonista e non da uomo in più, sebbene oggi così brillante, sullo scacchiere titolare si aprirebbero tre caselle rinnovabili: Handanovic, Brozovic e Perisic. Il resto sarebbe gruppo da potenziare, vice-Lukaku compreso".

Scudetto presente e futuro

"Discorso che trasposto in bianconero si fa ancora più complesso. Un ciclo così può chiudersi senza drammi,a patto di non sprecare in due mesi un vantaggio morale, economico e tecnico che resta il patrimonio di una ristrutturazione su fondamenta solide. Che Pirlo non fosse obbligato a vincere era scritto il giorno dell’investitura, ma che fosse qui per ripetere presto Conte e Allegri idem. Al netto di un’emergenza preoccupante, che obbliga a sperimentare oltre il lecito, l’assalto all’Inter non può che avere un doppio obiettivo. Questo scudetto bello e impossibile, finché non è finita, e il prossimo. Capire quindi se Kulusevski è una mezzala, se Danilo può fare il centrale, se Dybala e Morata sono una coppia da benedizione vaticana, se serve un regista o altro, soprattutto se Ronaldo sì o no, parlandogli oggi, non il 23 maggio. Perché quel giorno, primo o quarto posto, Pirlo e Agnelli dovranno avere ben precisa in mente la Juve che vuole (ri)cominciare a vincere. O sarà stato tempo perso".

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