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Storicamente la Juve ha sempre avuto un’anima “italiana”. Quest’anno Allegri, un po’ per necessità ma anche per scelta tecnico-filosofica, ha dato una forte impronta di italianità. Chiesa, Locatelli e il “revenant” Kean sono nomi fissi nella lista di Spalletti che, a ottobre, ha inserito anche Gatti. L’elenco potrebbe presto ampliarsi. Uno dei candidati è Miretti che, forse lo dimentichiamo, ha appena compiuto vent’anni. Per ora serve all’Under 21, ma ha la personalità per essere tra i grandi dove, si spera il prima possibile, rientrerà Fagioli. I problemi seri in difesa potrebbero suggerire un’occhiata meno disinteressata a Rugani che sta giocando con serenità e personalità sconosciute da tempo. Il lavoro nella Next Gen sta ripagando. E nelle mire della Juve c’è anche Berardi: dopo gennaio, un attacco Ital-Juve potrebbe non essere utopia.
L’Inter propone al c.t. un blocco difensivo d’altri tempi. Un giorno Spalletti potrebbe anche schierare una linea con Darmian, Acerbi, Bastoni e Dimarco che già blindano la porta di Sommer. Davanti a loro, intercambiabili e anche complementari, Barella e Frattesi, la coppia di mediani più irriducibile del nostro campionato. Se ripensiamo all’epoca recente in cui si faticava a trovare un italiano in nerazzurro, con undici stranieri schierati a Madrid nella finale di Champions 2010, è una rivoluzione. Nell’ultimo e non memorabile turno di Champions, a Parigi, il Milan è invece sceso in campo per la prima volta nelle coppe senza italiani titolari. Evitiamo anche qui frettolosi rapporti causa-effetto, però..."
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