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I nerazzurri che rispondono colpo su colpo dall’alto di una classifica favorevole. Vlahovic tornato alla grandezza della Fiorentina contro Lautaro dal valore sempre più inestimabile. Senza respiro. Uno spot per il nostro calcio. Dimenticando polemiche, “guardie e ladri”, vecchie storie. E che vinca il migliore. Chiedere l’impossibile è essere realisti, come si diceva nel Sessantotto.
Scendendo sul concreto, il dopo Arabia restituisce la situazione precedente la Supercoppa. Anzi, l’Inter allunga di un paio di punti. I bianconeri pagano l’insensata espulsione di Milik e l’incapacità di mantenere il vantaggio in dieci contro undici. I nerazzurri vincono al minimo, senza Calha e Barella, soffrendo non solo nel finale: un 1-0 graziato da rigore inguardabile di Nico Gonzalez che dal dischetto non sbagliava mai e invece si allinea alla tendenza recente. In due giorni hanno sbagliato anche Giroud, Theo, Duda, Krstovic, e le statistiche dicono che un tiro su quattro non entra più. Materia per statistici e analisti.
Il campionato non è finito, è soltanto cominciata la volata finale. Classifica alla mano, dovrebbe essere la Juve a fare la partita per annullare lo svantaggio teorico. Ma Inter-Juve sfugge da sempre a qualsiasi classificazione. Un pari potrebbe andare bene anche ai bianconeri. Un successo interista sarebbe una svolta. L’andata era stata molto equilibrata, in basso s’intende, una delle partite che speriamo all’estero non abbiano visto in troppi. Sicuramente l’Inter ha più rimpianti perché allora aveva i mezzi per un simil match-point, invece Inzaghi aveva accettato lo scontro sul piano preferito dei bianconeri. Il conto alla rovescia verso la fine è sempre più veloce, ma sedici giornate, la Champions (e la Coppa Italia) possono ancora dire tutto e il contrario.
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