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Dopo 51 giorni di sosta torna la Serie A. Dalle colonne della Gazzetta dello Sport, Fabio Licari analizza nel dettaglio le big: "Spalletti ha un vantaggio di classifica e psicologico tale da permettersi una giornataccia, forse anche due, Allegri e Inzaghi no. Fin qui c’è stato un solo vincitore, Spalletti, che ha allungato sui colleghi oltre gli otto punti del Napoli. Non ha sbagliato niente, ha scelto subito il sistema ideale e ha individuato il momento giusto per far giocare Raspadori, alternare Politano e Lozano, far sentire titolari Mario Rui e Matias Olivera. Non gli è neanche capitato di andare fuori giri con le parole come in passato. Gli altri? Pioli ha un credito esigibile per lo scudetto e il bel gioco proposto (se non sempre praticato). A Sarri non si può chiedere più di tanto con tredici titolari, sebbene metta tristezza Luis Alberto ai margini. Mou può sempre ricordare che la prima coppa della Roma l’ha vinta lui e merita tempo. Allegri e Inzaghi hanno meno margini d’errore".
"Inzaghi ha la partenza più complicata e non soltanto perché incrocia subito il Napoli. L’Inter è stata la meno convincente delle grandi. Ha perso tutti gli scontri diretti con Lazio, Milan, Roma, Juve, anche Udinese, dimostrando preoccupante fragilità psicologica e difensiva dove una volta c’era un muro, prima di chiudere la “vecchia” stagione con il bel 3-2 all’Atalanta. Le resta però il Napoli, possibile prova del nove della ripartenza o del ridimensionamento. Oggi è fuori dalla Champions, traguardo minimo per la riconferma".
"L’anno scorso, fino al derby con il quale la stagione è svoltata in negativo, Inzaghi s’era preso complimenti per aver arricchito il 3-5-2 di Conte con una manovra più “giocata”. Ma Conte ha vinto lo scudetto e lui no. Non è partito benissimo quest’anno, ma ha recuperato con sei successi nelle ultime sette (più il ko con la Juve): un ciclo nel quale è stato bravo a reinventare Calhanoglu play arretrato, rimediando così alla perdita dell’ex insostituibile Brozovic e dimostrandosi un po’ meno integralista di quanto sembri. Gli manca Lukaku, finalmente al rientro, ma non è detto che la Lu-La sia più compatibile con il suo gioco della Dzeko-Lautaro. Oggi comunque sarà Dzeko-Lukaku, quello che Conte sognava".
(Gazzetta dello Sport)
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