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Da noto tifoso nerazzurro, il cantautore e regista, Luciano Ligabue, dalle colonne de La Gazzetta dello Sport ha parlato dell' Inter e della stagione in corso: "Ero piccolo. Nel mio condominio frequentavo bambini più grandi, di nove, dieci anni, tutti nerazzurri. Giocava la Grande Inter di Helenio Herrera, che vinceva sempre, sono diventato interista per emulazione. Poi però abbiamo dovuto aspettare più di quarant’anni prima di conquistare un’altra Champions League: il Triplete, nel 2010, l’ho vissuto come una liberazione, temevo di non vincerla più, la Champions, nella vita. È stato un piccolo Nirvana personale".
Da dedicargli «Balliamo sul mondo»?
"In quel caso balliamo sull’Europa, ma quando abbiamo vinto anche il Mondiale per club stavo cantando a Brescia e ho modificato le parole della canzone in “Campioni del mondo”".
Le piace Spalletti?
"Sì, molto, e non solo perché per la prima volta l’allenatore dell’Inter si chiama come me".
Che cosa ne pensa della frenata a dicembre?
"È un mistero. Io non capisco. Dopo il Triplete si sono avvicendati tanti allenatori, da Mazzarri a Stramaccioni e Mancini, Inter sempre avanti prima della pausa natalizia, con Mancini addirittura primo, comunque ai vertici nel girone di andata fino a dicembre, poi la discesa. Mi inquieta, non c’è una spiegazione logica".
Che cosa ne dice della società cinese?
"È difficile farsi un’idea, per noi è anonima. E il fair play non è chiaro, alcuni club possono spendere cifre spaventose, altri no, in più ci sono vincoli per atleti provenienti dalla Cina. Per ora assisto, poi trarrò le conclusioni. Io sono affezionato a Moratti, appassionato, troppo buono, il suo errore è stato di generosità. Ci ha portato Ronaldo, un sogno, poi ci ha fatto vincere il Triplete".
Icardi è il più rock?
"Teniamocelo stretto".
L’arrivo di Rafinha?
"È fermo da nove mesi. Stiamo a vedere".
Domani c’è Spal-Inter: un pronostico?
"No, porta sfiga".
È un’Inter da quarto posto?
"Speriamo".
Come vede il duello tra Napoli e Juve?
"Sarebbe bello che alla fine vincesse il Napoli per la squadra, per la città e per cambiare. Lo dico per simpatia, non ce l’ho con gli juventini, semmai con i milanisti visto che ho molti amici rossoneri – ride – che mi rompono i “maroni”".
(Fonte: Gabriella Mancini, La Gazzetta dello Sport 27/01/18)
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