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Tanto rumore per nulla. Non ci si può distrarre, o illudere, che la vecchia riedizione della pazza Inter è pronta a ripresentarsi sui vostri schermi. C’era da riagguantare l’Atalanta bastonata solo tre settimana fa dall’Inter che ancora illudeva per restare agganciati all’Europa più facile, quella senza preliminari. C’era da allungare sul Milan fermato a Pescara. Macché. Il treno nerazzurro finalmente avviato sul binario giusto, deraglia ancora.
Un punto nelle ultime due partite contro squadre di media classifica non è bottino da grande squadra, non è un certificato di garanzia per la continuità che serve. È quasi un auto brexit calcistica. Anche la sfortuna ha avuto il suo peso, perché se le cose devono andar male c’è da star certi che ci vanno. Ma la bella Samp, che non vinceva a San Siro con l’Inter dal 1996, non ha rubato nulla. Ha approfittato di una serie di errori dei rivali, tutto qui. È stata un’Inter grandi numeri, su questo non ci piove: almeno sei occasioni nitide e altrettanti tiri in porta, una decina fuori, ben sedici calci d’angolo. Nemmeno il Barcellona dei sei gol al Psg ha prodotto tanto. Ma se perdi partite con questo score, c’è qualcosa che non va. L’imprecisione al potere.
(Gazzetta dello Sport)
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