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L’Inter double face perde la pattuglia slava. Anche Icardi voglioso di…

Francesco Parrone

Battuto l’Empoli con la solita sofferenza: i nerazzurri sono instabili. Jovetic fischiato

Il Corriere della Sera, fa il punto di casa Inter dopo la vittoria e una prestazione del tutto esaltante che chiude la stagione al Meazza"La fotografia di fine anno non è nient’altro che lo sviluppo del negativo scattato a inizio stagione. L’Inter batte l’Empoli, si assicura il 4° posto e la qualificazione ai gironi di Europa League, ma lascia la sensazione di una squadra con un’anima troppo leggera per affrontare le difficoltà e competere con pattuglie più attrezzate. Dopo nove mesi di campionato e di una lunga gestazione fatta di molti travagli e qualche tirato sorriso, in estate bisognerà fortificare una formazione discontinua nel gioco, nei risultati e nella testa.

Il 4° posto non è un traguardo esaltante, neppure però va buttato via. Il ritorno in coppa è un punto di partenza, impellente però è la necessità di azzerare gli equivoci e alimentare la crescita. Con l’Empoli è stata la stessa Inter double face di sempre: travolgente in avvio, da schiaffi poi. La vittoria, sofferta e quasi gettata nel finale quando i toscani hanno sfiorato un meritato 2-2, porta le solite firme: Icardi e Perisic. E non è un caso, perché sono il capitano e il croato (acquisto azzeccatissimo) i due ad aver svettato in un’annata zeppa di promesse non mantenute e di giocatori irrisolti. La pattuglia slava si è persa in fretta e se Ljajic è già in partenza, c’è urgenza di capire cosa fare di Jovetic (ieri fischiato: «Non devo dimostrare nulla» ha commentato piccato): un giocatore di livello non è un semplice giocoliere da circo, ma dev’essere capace di incidere.

L’impressione trasmessa quest’anno dall’Inter è di perenne instabilità. In vantaggio dopo appena 10’ con Icardi, i nerazzurri hanno prodotto e sciupato prima di farsi raggiungere dal gol di Pucciarelli, favorito da una catena di disattenzioni aperta da una leziosità di Jovetic e terminata da Juan Jesus, platealmente sgridato da Mancini. L’Empoli ha in Giampaolo un allenatore che propone gioco e idee, non sempre Mancini è riuscito a fare lo stesso. La differenza però sta Perisic, lesto nel tap in sotto porta che gli è valso il 7° centro stagionale e il 2-1. L’ultimo sussulto prima del lungo sonno.

Come in una lotteria di beneficenza, l’Inter in stagione ha donato spesso almeno un tempo agli avversari: l’Empoli s’è preso la seconda frazione, tramando per il pari, sfuggito di un niente. Giampaolo con la forza della tattica ha anestetizzato le fasce nerazzurre, caricato di pressione i mediani avversari, chiuso la vena di Brozovic e asciugato i rifornimenti a Icardi. Uno spettacolo che non deve essere piaciuto al presidente Erick Thohir, in partenza oggi. L’indonesiano è assorbito da pensieri non proprio dolci. È stretto dall’esigenza di chiudere la partita per l’ingresso dei cinesi (la trattativa però non va più così spedita), ma avrà constatato l’esigenza di rammendare una squadra sfilacciata in vari punti. Alcuni pezzi grossi come Handanovic, Brozovic e Icardi sono vogliosi di misurarsi con palcoscenici di Champions League, Mancini ha già fatto sapere di non essere intenzionato a trattenere nessuno. Tra una settimana a Sassuolo l’ultima recita dell’anno. Poi lo scenario muterà, profondamente e a tutti i livelli".

(Fonte: Guido De Carolis, Corriere della Sera 08/05/16)