Sarà un caso, ma forse no. L'Inter con il Pordenone non ha proprio convinto e in campo mancava Borja Valero. Senza il cervello dello spagnolo, la squadra di Spalletti ha faticato oltre misura per eliminare un Pordenone che sarà pur allenato alla grande dal predestinato Leonardo Colucci, ma rimane quinto in Serie C. Dopo sedici gare da titolare, unico intoccabile in un reparto in cui vige il motto «il folto che ruota molto», Borja Valero martedì sera ha provato l’ebbrezza della panchina. Ma in campo la sua assenza si è sentita maledettamente. Perché il 32enne spagnolo magari non ruba l’occhio, ma ha tecnica, intelligenza, esperienza e pelo sullo stomaco per gestire qualsiasi situazione pallonara. Che si tratti di guardare negli occhi la Juve allo Stadium o di affrontare un ottavo di Coppa Italia, Borja sa come si fa.
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L’Inter non può fare a meno di Borja. Trequartista o mediano, Spalletti lo vuole in campo
Lo spagnolo è stato il vero affare del mercato estivo ed è una pedina fondamentale per la squadra nerazzurra
Anche nel rapporto qualità-prezzo, è lui l’affarone dello scorso mercato. Cinque milioni per portarsi a casa l’architetto. Quello che fa girare tutto il meccanismo, a prescindere da dove lo piazzi. Da trequartista va a cercarsi le zolle giuste, cuce centrocampo e attacco, regala imprevedibilità, chiama su di sé l’avversario e apre per l’esterno e l’interno che si inserisce. Da regista arretrato tocca ancora più palloni (con 1037 passaggi è l’interista più coinvolto), spesso sporchi anche a causa del pressing avversario. Ma lui ricicla e li restituisce puliti al compagno. Emblematico il lavoro di sabato a Torino, su un campo in cui in passato spesso l’Inter non aveva retto la pressione.
(La Gazzetta dello Sport)
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