Le tre vite di Arpad Weisz si intrecciano inesorabilmente con la storia dell'umanità e con quella dell'Inter. La prima vita fu quella del calciatore e lo portò in Italia. La seconda, quella di allenatore, lo consacrò come il più grande tecnico degli anni Trenta. Giovane, brillante, innovatore e vincente. Con l'Inter - allora Ambrosiana - vinse il primo campionato a girone unico della storia e intuì la grandezza di Meazza. La terza vita fu quella della fuga dal nazismo e dell'ultimo viaggio, quello che lo portò ad Auschwitz dove morì il 31 gennaio del 1944. Tre storie così diverse e così lontane che sembrano non poter appartenere ad una sola esistenza.
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L’Inter ricorda Arpad Weisz: doppio appuntamento per ricordarne la memoria
Il club nerazzurro ricorderà l'ex calciatore e tecnico ungherese con due iniziative a partire dalla gara con il Bologna
75 anni dopo, l'Inter ancora una volta scende in campo nel suo ricordo. Domenica 3 febbraio, esattamente una settimana dopo la Giornata della Memoria, in occasione della gara casalinga contro il Bologna - squadra con la quale Arpad Weisz vinse due scudetti - il CEO Corporate di FC Internazionale Milano Alessandro Antonello e l'a.d. del Bologna, Claudio Fenucci si scambieranno due maglie con il suo nome scritto sulle spalle accompagnato dal numero 18 che in lingua ebraica si traduce come la parola vita. Una cerimonia che si terrà proprio davanti alla targa a lui dedicata il 27 gennaio del 2012 all'interno della sala Executive dello stadio "Meazza".
L'incredibile vita di Arpad Weisz incrocia le emozioni del calcio e la follia del nazismo. La sua storia verrà raccontata al Memoriale della Shoah in Piazza Edmond J. Safra 1 -Milano- nella mostra "Arpad WEISZ se il razzismo entra in campo" che verrà inaugurata il 26 febbraio e sarà aperta al pubblico fino al 14 aprile 2019.
(inter.it)
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