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Il Corriere della Sera analizza la gara di ieri tra Inter e Udinese: "Era serata di luna buona ieri per l’umorale Inter, e così la vittoria è stata una conseguenza naturale. Non facile, parola vietata da queste parti. Però meritata e importante, anche se più per blindare il quarto posto che per sognare ancora il posto Champions. Il 3-1 all’Udinese fa dunque tutti contenti: Mancini che riemerge dopo il flop di Genova; Jovetic e Eder che danno un segnale di vita; Thohir che espone in vetrina per i cinesi di Suning una squadra vincente e, finalmente, capace di piegare a proprio favore il destino dei finali di partita con harakiri. Accade al 95’, in piena «danger zone», quando Handanovic evita miracolosamente il 2-2 di Zapata e poi, sul ribaltamento, arriva il primo gol nerazzurro di Eder. Che siano simbolici segnali per l’Inter che si sta trasformando per tornare grande? Per rispondere servirà tempo.
L’attualità racconta di una squadra che si è presentata inattesa e assai strana per l’ennesimo rimpasto: squalificato Medel, fuori Perisic, ecco una catena di sinistra mai vista Jesus-Biabiany, la cerniera centrale Melo-Kondogbia e il duo d’attacco Icardi-Jovetic. A questo impianto si è abituata meglio l’Udinese dei manciniani, con un 3-5-2 organizzato e verticale appena possibile. Una formula semplice che al 9’ ha prodotto il vantaggio friulano: rasoiando da metà campo nelle distratte mollezze interiste, Badu ha trovato Thereau il quale, sfruttando la clamorosa stonatura di Murillo e soci, ha addomesticato la palla che gli arrivava dalle spalle — gesto complicato e ardito — e ha fulminato al volo Handanovic. Il bellissimo gol ha impantanato l’Inter, che ci ha messo un po’ a svegliarsi, muovendosi a strappi, con faticosi trasferimenti di palla ostacolati dal buon pressing bianconero e dai propri limiti strutturali: Melo, si sa, non è un creativo, Kondogbia nemmeno, e la fascia sinistra, senza un terzino di ruolo nonostante la rosa ne sia piena, era moscia; tutto così passava soprattutto per Nagatomo con i suoi anti-cross addosso al difensore e rapsodici orpelli di Jovetic tra le linee.
Eppure, qualcosa è accaduto comunque: un tiro di Kondogbia parato, un contropiede sprecato da Biabiany e Jovetic, una girata alta di Icardi. C’era insomma l’idea che, con un po’ di lucidità, il pari interista potesse arrivare presto. Così è stato al 36’ grazie a Icardi, che dopo avere aggirato Wague ha offerto a Jovetic l’appoggio più semplice del mondo a porta vuota. Una bella inversione di ruoli tra il bomber e l’assistman, che non segnava proprio dall’andata al Friuli. Risistemate le cose per la gioia anche del capo di Suning Zhang Jindong che si scambiava un cinque in tribuna con l’a.d. nerazzurro Michael Bolingbroke, all’Inter restava quasi un’ora per provare a vincerla. Prima però Handanovic su Edenilson e Jesus in anticipo su Widmer hanno dovuto evitare di perderla, e qui la partita si è finalmente aperta. Icardi, ancora altruista, ha spinto Brozovic a sporcare le mani di Karnezis, poi al 20’, uscito Jesus per problemi muscolari, l’ingresso di Perisic ha alzato il tonnellaggio offensivo dell’Inter portando addirittura Biabiany a fare il terzino destro e Nagatomo a sinistra, dove finalmente ha azzeccato un cross. Sotto pressione, l’Udinese è crollata al 30’: il tempismo con cui Brozovic aspettava l’inserimento di Biabiany a destra dietro Edenilson era perfetto, e altrettanto lo era il cross del francese per Jovetic che di petto appoggiava ancora a porta spalancata per la doppietta. I gesti finali di Handanovic e Eder prima conservavano la vittoria, poi la rendevano più bella".
(Fonte: Alessandro Pasini, Corriere della Sera 24/04/16)
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