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Livaja: “Non sono scappato, a Bergamo invidia perché venivo dall’Inter. Quando…”

Torna a parlare Marko Livaja, L’ex nerazzurro tre mesi fa aveva rotto con l’Atalanta per una serie di problemi comportamentali che di fatto l’avevo messo fuori rosa. Oggi, è un giocatore del Rubin, club al quale aveva segnato con la maglia...

Riccardo Fusato

Torna a parlare Marko Livaja, L’ex nerazzurro tre mesi fa aveva rotto con l’Atalanta per una serie di problemi comportamentali che di fatto l’avevo messo fuori rosa. Oggi, è un giocatore del Rubin, club al quale aveva segnato con la maglia dell’Inter il suo primo gol con la maglia nerazzurra (20 settembre 2012) in Europa League proprio contro i russi.Marko, tramite un’intervista alla Gazzetta dello Sport, prova a dire come andarono le cose in quel di Bergamo: “ Non sono scappato. Si sono dette e scritte tante bugie, storie montate. Non sono io che non ho rispettato le regole ma altri, che hanno usato i tifosi.

Arrivavo dall’Inter, mi hanno preso di mira, c’era invidia tra i compagni. E Colantuono non mi ha aiutato, anzi. In un allenamento ci siamo presi, se non ci dividevano i compagni non so come sarebbe finita. È iniziato tutto a gennaio, sono rientrato dalla Croazia con un virus, non mi sono allenato, dopo 4 giorni è passato. Erano venuti a trovarmi i miei genitori, mi hanno visto a pranzo con loro al ristorante e sui giornali mi hanno massacrato: “Non si allena e va al ristorante”. Immaginate i tifosi. Insulti su facebook, alla mia famiglia anche dopo Atalanta-Verona. L’allenatore mi aveva sostituito dopo 6’ nel secondo tempo, ero arrabbiato, dietro la panchina i tifosi mi hanno dato dello zingaro, insulti razzisti, minacce alla famiglia: ho detto basta. Sì, ho scritto italiani bastardi ma ce l’avevo solo con quei quattro tifosi, io la faccia la metto sempre». Oggi il Toro di fronte, è come tornare a casa. «Tornerò in Italia con il Rubin da vincitore. Il Torino è più forte dello scorso anno, e se rimane Cerci, con Quagliarella e Nocerino, possono puntare all’Europa"