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Liverani: “Differenze tra noi e loro; nerazzurri struttura importante e di qualità ; Palacio…”

Giovanni Montopoli

Mezzo pieno o mezzo vuoto? Resta l’uscita dalla Tim Cup ai rigori, amaro calice da bere. Come la sensazione di cose che hanno funzionato, in aggiunta a disattenzioni da eliminare. Mister Fabio Liverani, uno che dice gradinata e non curva, olè,...

Mezzo pieno o mezzo vuoto? Resta l’uscita dalla Tim Cup ai rigori, amaro calice da bere. Come la sensazione di cose che hanno funzionato, in aggiunta a disattenzioni da eliminare. Mister Fabio Liverani, uno che dice gradinata e non curva, olè, e ha il radar acceso 24 ore su 24 coglie indicazioni e segnali. Analizza, poi guarda avanti. “E’ bene tenere conto dei campanelli quando suonano. Siamo un gruppo che sta cercando di diventare squadra, e non pensavamo di risolvere tutto in un mese. Gli errori si pagano, tanto più nel calcio di agosto. E’ giusto capire e, con la massima serenità, trarre insegnamenti utili. A Spezia ho notato pure degli aspetti confortanti, la voglia, la capacità di recuperare il risultato. In vista della gara con l’Inter, va migliorata la velocità di manovra, l’avvio del giro palla, la profondità per gli inserimenti dove sono previsti. Quando non si riesce a essere compatti, è più facile sbagliare scalature e si allungano le distanze tra i reparti”.

Per la partita contro i nerazzurri il tecnico ha radunato la squadra a Pegli per la prima seduta settimanale. “Le differenze tra noi e loro esistono, se loro aspirano ai primi posti e noi a una salvezza il più possibile priva di patemi. Sta a noi tentare di sopperire, nel confronto diretto, raddoppiando attenzioni e determinazione. L’Inter ha una struttura importante, giocatori di grandissima qualità. Palacio ad esempio è un giocatore eccezionale a non dare punti di riferimento, Alvarez e Guarin tra le linee sono elementi che incidono e aprono varchi. Dicevo che a Spezia ho visto delle cose positive? Le catene di destra con Vrsaljko e Santana, a sinistra con Antonelli con Konatè, finché le forze hanno retto. Abbiamo creato quattro o cinque occasioni, concedendo qualcosa di troppo”.

Mancano due settimane alla chiusura del calcio-mercato. Qualche innesto è all’orizzonte, il Genoa ha spalancato la finestra per completare la rosa. “Il presidente ci tiene, più di me, a chiudere le operazioni e ciò mi dà sicurezza e tranquillità. In questo frangente siamo un po’ sbilanciati a livello numerico, ottimi a centrocampo, serve un elemento in difesa e due davanti. Se Gilardino e Floro Flores non fossero stati frenati dal ritardo post Confederations e da un lieve infortunio, alcune situazioni sarebbero passate quasi sotto traccia. E’ un mercato difficile per noi, come per altri. E’ una questione numerica, perché questo gruppo dà garanzie ed è quello che ho scelto”.

E’ un Genoa che punta sul collettivo e una mentalità coesa, prima che sulle qualità dei singoli. “Perin a Spezia, giudicando la prova nell’arco dei 90 minuti, ha disputato una prova positiva. E l’esultanza di Gilardino è sintomatica di un giocatore che vuole sentirsi importante qui, con questa maglia, per conquistare il Mondiale. La sua corsa verso il gruppo, la panchina, i tifosi. Penso che rimarrà con noi. E nel giro di qualche partita, possa far gioire e farsi amare. Cofie in pre-campionato, col Wba, l’avevo visto disimpegnarsi bene da mezzo sinistro. E Matuzalem, piano piano, sta rientrando. Sul mercato aspettiamo evoluzioni, non ci faremo prendere da strane ansie”.