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Lo Monaco: “Niente ripresa, il campionato deve fermarsi qui. Cristallizzare le classifiche? La Fifa…”

L'ex a.d. del Catania ha rilasciato alcune dichiarazioni a TMW Radio sulla situazione del calcio italiano e le possibili soluzioni

Alessandro De Felice

Pietro Lo Monaco, ex amministratore delegato del Catania, ha parlato nel corso della trasmissione 'Stadio Aperto' su TMW Radio: "La base rischia di essere falcidiata. Di tutte le leghe, l'unica che potrebbe rimanere in piedi è la Serie A. I problemi sono di una serietà estrema per tutti, nessuno escluso. Non è il momento di pensare alla ripresa del campionato ma di mettere un punto sul campionato in corso. Si ferma qui, non capisco le riunioni e gli accordi che si susseguono. In Belgio si è deciso di chiudere il campionato. Come è possibile immaginare una ripresa a maggio-giugno, con un mese da dare ai giocatori e poi riprendere a settembre? Si rischia di compromettere anche il prossimo campionato. Si deve pensare ad un aiuto concreto alle altre categorie. La Serie A soffrirà dei mancati introiti tv, ma la B, la C, i dilettanti, che sono la base del calcio, rischiano seriamente di scomparire. Si deve mettere un punto a questo campionato, non c'è altro da fare. Qualsiasi decisione farà morti e feriti. Ma oggi si deve mettere un punto: stop ai campionati, stop agli emolumenti".

SERIE A - "Posizioni diverse? Ci sono problemi economici, come i diritti tv, che valgono 1100 milioni di euro e le società li hanno già incassati. Toglierli dalle casse di un club creerà dei problemi seri. Ma mi chiedo: quale presidente si può prendere la responsabilità di mettere i giocatori insieme per allenarsi e gente allo stadio? Si vuole a tutti i costi di chiudere i campionati. Al momento chi comanda è il virus. Se continua così, ma quale ripresa!?. Tutelerei i giocatori e la salute. È un qualcosa che coinvolge tutti i campionati europei. Cristallizzare le classifiche? Sarebbe il caso di farlo di concerto con la Fifa, nominando degli esperti di diritto sportivo, che decidano il da farsi. Serie A a 22? Sono 20 teste diverse, non c'è spirito di corpo. Ma perché poi dividersi la torta in 18 invece che in 22? E' questo il modo di pensare. Questa deve essere l'occasione per ripensare il sistema intero? Me lo auguro vivamente. Credo che non sarà più come prima, dovremo tutti pensare diversamente per rilanciarci".

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