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«Raccontare qualche aneddoto divertente su due personaggi “duri” non è facile sinceramente... E sì che li conosco molto bene, dopo tanti anni... ». Attilio Lombardo intervistato da 'IlSecoloXIX' introduce così il suo ritratto dei suoi amici Roberto Mancini e Sinisa Mihajlovic, ex compagni, ex colleghi e domani sera di nuovo avversari. «Perché duri? Uno non ride mai, l’altro sembra sempre incazzato... E non bastava, da quando sono allenatori sono diventati ancora più seriosi».
Mai un litigio?«Tra di loro? Ma và, quei due non riescono nemmeno a prendersela uno con l’altro...».
Però professionalmente hanno un legame ferreo.«Sì, compagni di squadra nella Samp, poi nella Lazio, poi Roberto è diventato allenatore e se l’è portato all’Inter. Perché aveva bisogno di un leader nello spogliatoio e Sinisa lo è. Poi se l’è preso anche nello staff e Sinisa gli è riconoscente. Dopo ognuno ha preso la propria strada, come è giusto. Ognuno con le proprie idee e i proprio metodi. Sono preparatissimi».
Però con il tempo i caratteri si saranno smussati... «No, non sono cambiati e non credo cambieranno mai. Sono due persone che si stimano molto, che trascorrono anche le vacanze insieme, tutti e due hanno casa in Sardegna. Sono due amici e due colleghi che si frequentano. Come se ne possono trovare in tutti gli ambiti lavorativi».
Ma nemmeno a cena in una sera d’estate si aprono un pochino?«Un po’ sì, ma se non si parla di calcio. Ma non è che si mettano a raccontare barzellette. Il loro proverbiale aplomb non lo perdono mai. Diciamo che si aprono molto di più quando ci sono anch’io a tavola. Sono il simpatico, quello un po’ più menefreghista, se c’è da fare un po’ di casi no non mi tiro indietro».
Altrimenti sa che cena di ”musoni”, saranno contenti anche loro quando c’è anche lei nella tavolata...«(risata)... ma no, dai».
Il migliore a calcio-tennis?«Uno, Sinisa, rigido come un chiodo e si vede anche da come cammina. Però con quel sinistro sopraffino che si ritrova. E i mancini a calcio tennis fanno sempre la differenza. L’altro, Roberto, ci metteva la fantasia, ma nel calcio tennis non poteva fare il passaggio filtrante e mettere in porta il compagno... ».
E a tennis?«Non mi ricordo di averli visti giocare contro. Sinisa gioca soprattutto contro Salsano e sono sfide all’ultimo sangue. Ho visto cose incredibili, arrivanoaspaccare le racchette, a lanciarsi l’acqua. Roberto si è dato al paddle, gioca insieme ai suoi amici di Bologna. Mi dicono sia molto forte».
Domandona, non dico ubriachi, ma“alticci”? «Assolutamente no. Roberto a tavola beve vino, o meglio, solo del buon vino. Ma è misurato anche lì. Quanto a Sinisa, lui invece regge benissimo tutto. Quello a rischio semmai sono io. L’estate scorsa a Milano Marittima a forza di bere bicchierini di quel cavolo di Amaro del Capo, il suo preferito, sono tornato in albergo praticamente orizzontale. Con lui che mi rideva dietro».
E chi è più elegante?«Ragazzi, questa è la vera partita, altro che Samp-Inter. Un derby a distanza che non finirà mai. Sono tutti e due stilosi, nella vita di tutti i giorni e anche in panchina.Sempre attenti al minimo dettaglio».
Mancini però dice che da giocatore Mihajlovic si vestiva malissimo.«Beh, se vediamo le foto di quegli anni là, eravamo tutti brutti. C’erano certe mode...».
Chi vince al Ferraris?«Sarà sicuramente una bella partita. Sono due allenatori preparatissimi, che fanno giocare molto bene le loro squadre. Mi sarebbe piaciuto potere essere a Genova a vederla dal vivo, ma non ce la faccio. Con lo Schalke giochiamo sabato (oggi) alle 18.30 contro il Leverkusen».
Finirà senza rancori?«Sicuro».
Con una cena da musoni?«Ah quasi sicuro. E di solito paga chi festeggia... ».
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