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"Il presidente della Lazio tecnicamente ha ragione, il suo ragionamento è figlio di un calcolo aritmetico sintesi di un calcio d’altri tempi. Questi i numeri che portano all’elezione dell’uomo chiamato a guidare la macchina del calcio italiano. 62 è il peso dei voti a disposizione della Lega A (pari al 12%). 26 di quella di B (5%); 88 per la Lega Pro (17%); 176 per la Lega nazionale Dilettanti (34%); 103 per i calciatori (20%), la metà per i tecnici e infine 10 per gli arbitri (2%). «Vede — spiega ancora con calma Lotito — sono i numeri a dire che noi non contiamo nulla. Se La Lega Dilettanti unisce i suoi voti a quelli della Lega Pro, stiamo parlando della vecchia Serie C, quell’accordo è sufficiente a mettere in ginocchio qualsiasi idea degli altri club. La sintesi è banale. Un club di Serie C conta più di uno di A. Una società dilettantistica più di una che gioca in Champions League. Adesso basta".
"Queste regole non ci stanno più bene. I legali si occuperanno della parte che compete loro, ma il nostro progetto è semplice. Gravina e la sua Federcalcio si sentono blindati dal loro statuto. Noi vogliamo che la Lega di Serie A, quella composta dai club che hanno immagine, tifosi e producono il 90 % del fatturato, si trasformi in qualcosa di diverso. La Lega di Serie A deve essere la nuova Premier League".
(Repubblica)
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