La dura presa di posizione del presidente della Lazio che non ha risparmiato critiche nei confronti della Federcalcio italiana
A margine dei festeggiamenti del presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Guido D’Ubaldo, il presidente della Lazio, Claudio Lotito, non ha risparmiato dure critiche nei confronti della Federcalcio italiana. "Non contiamo nulla, inutile girarci intorno, noi non contiamo niente".
"Ha mai visto una società in cui chi mette i soldi vede poi decidere in tutto e per tutto gli altri che quella società stessa la compongono? Noi oggi viviamo in un paradosso giuridico. Il presidente della Federcalcio viene eletto, come si dice in gergo, dai “voti delle componenti”. E lì, a quel tavolo, facciamo la parte dei ragazzini al tavolo degli adulti. La Lega di A marginale, quella di Serie C decisiva: ma stiamo scherzando?", le parole riportate da Repubblica.
"Il presidente della Lazio tecnicamente ha ragione, il suo ragionamento è figlio di un calcolo aritmetico sintesi di un calcio d’altri tempi. Questi i numeri che portano all’elezione dell’uomo chiamato a guidare la macchina del calcio italiano. 62 è il peso dei voti a disposizione della Lega A (pari al 12%). 26 di quella di B (5%); 88 per la Lega Pro (17%); 176 per la Lega nazionale Dilettanti (34%); 103 per i calciatori (20%), la metà per i tecnici e infine 10 per gli arbitri (2%). «Vede — spiega ancora con calma Lotito — sono i numeri a dire che noi non contiamo nulla. Se La Lega Dilettanti unisce i suoi voti a quelli della Lega Pro, stiamo parlando della vecchia Serie C, quell’accordo è sufficiente a mettere in ginocchio qualsiasi idea degli altri club. La sintesi è banale. Un club di Serie C conta più di uno di A. Una società dilettantistica più di una che gioca in Champions League. Adesso basta".
"Queste regole non ci stanno più bene. I legali si occuperanno della parte che compete loro, ma il nostro progetto è semplice. Gravina e la sua Federcalcio si sentono blindati dal loro statuto. Noi vogliamo che la Lega di Serie A, quella composta dai club che hanno immagine, tifosi e producono il 90 % del fatturato, si trasformi in qualcosa di diverso. La Lega di Serie A deve essere la nuova Premier League".