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Lotta al razzismo, parla Tourè: “La prima volta fu uno shock: da lì, mi dissi che…”

A margine della presentazione delle nuove disposizioni FIFA nella lotta al razzismo negli stadi, Yaya Tourè – scelto dallo stesso ente internazionale come consulente su questioni legate proprio al razzismo e alle discriminazioni – ha...

Dario Di Noi

A margine della presentazione delle nuove disposizioni FIFA nella lotta al razzismo negli stadi, Yaya Tourè - scelto dallo stesso ente internazionale come consulente su questioni legate proprio al razzismo e alle discriminazioni - ha parlato della sue esperienza in merito a questo delicatissimo tema.

Ecco le sue parole: “La prima volta che subì un atto di razzismo, rimasi scioccato. Ero molto giovane, al punto che è stato difficile da digerire e da assorbire. Ogni volta che toccavo il pallone sentivo cori, versi di scimmia, e mi fece malissimo. Da lì in poi, mi dissi che avrei dovuto lottare contro tutto questo, che avrei dovuto dimostrare che ero più forte di tutto questo. E’ importante prendere parte a queste azioni, io voglio farlo. Ho già partecipato a molte cose collegate col la discriminazione e il razzismo nel calcio, e ora credo di rappresentare la voce della gente. Voglio dare una voce alla gente e modularla in modo tale che la gente possa esprimere queste cose. In questo sport, dentro al campo o in qualunque altro luogo in cui facciamo il nostro lavoro, è molto importante che la gente sappia che siamo esseri umani, e che vogliamo essere trattati nello stesso modo. Il calcio è solidarietà e felicità. Il mio punto di vista consiste nel mostrare a coloro che hanno comportamenti razzisti o discriminatori che devono cambiare, o altrimenti subiranno sanzioni severe in modo rapido e immediato. Ho pienissima fiducia nella FIFA. Sappiamo che sarà difficile, ma con l’educazione speriamo di dire alla gente quale sia la forma corretta di comportarsi. Vogliamo esporci, vogliamo godere della vita”