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In una lunga intervista concessa a La Stampa, l'ex attaccante del Livorno Cristiano Lucarelli ha descritto il profilo di Walter Mazzarri, che ora siede sulla panchina del Torino.
Nella carriera del tecnico toscano si contano tanti miracoli con gli attaccanti: con la Reggina portò Amoruso e Bianchi all’eccellenza. Lo stesso con Cassano alla Sampdoria, Cavani al Napoli, e Palacio all’Inter. Qual è il segreto?
«Ha una capacità unica a motivare le punte, è il numero uno a farti sentire importante. Ti dà una fiducia incondizionata che toglie la pressione. Con lui abbiano tutti realizzato gol a grappoli».
È vero che è un po’ burbero?
«Dà l’impressione, perché dell’ambiente del calcio non si fida, dice che girano troppa ipocrisia e rapporti d’interesse. Per questo non ha molti amici, gli piace stare in disparte. Nessuno gli ha mai regalato niente, anzi ha sempre ricevuto di meno».
Cioè?
«Non ha mai vinto la Panchina d’oro, malgrado l’avesse più volte meritata: è sempre andato oltre gli obiettivi d’inizio stagione, però pochi lo riconoscono».
Com’è Mazzarri fuori dal campo, nella vita quotidiana?
«È un timidone, ma se si fida diventa simpaticissimo. Peccato che l’idea comune sia diversa».
Invece che rapporto ha con il gruppo che allena?
«Per difendere i suoi ragazzi farebbe e direbbe di tutto: vi ricordate quella volta all’Inter quando per giustificare il pareggio con il Verona se la prese anche con la pioggia?».
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