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Lucescu: “Mkhitaryan può giocare ovunque. Sarà l’arma in più dell’Inter di Inzaghi”

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Dell'ormai imminente prossimo acquisto dell'Inter, Mkhitaryan a zero dalla Roma, ha parlato l'ex tecnico dell'armeno allo Shakhtar

Andrea Della Sala

Dell'ormai imminente prossimo acquisto dell'Inter, Mkhitaryan a parametro zero dalla Roma, ha parlato l'ex tecnico dell'armeno allo Shakhtar Mircea Lucescu:

«Sono molto legato a lui, ho accompagnato ogni passo della sua carriera. L’ho visto a 16 anni al Pyunik e me ne sono innamorato, l’ho seguito al Metalurg e sono riuscito a prenderlo allo Shakhtar. Ho faticato parecchio per convincere il presidente: era convinto che un armeno non potesse mai giocare ad alto livello. E invece…».

E invece da allora siamo a 111 partite nelle coppe europee. Cosa l’ha colpita all’inizio di lui?

«L’intelligenza, innanzitutto. Ai miei giocatori la prima volta che li alleno dico sempre: “Io da voi non voglio i piedi, quelli vi hanno già portato fin qua. Mi dovete dare la testa, è con quella che si vince”. A lui questo discorso non l’ho fatto, sapevo che non ce n’era bisogno. E poi qualità atletiche eccezionali: forte nello scatto breve, e con una resistenza incredibile. Mi correva anche 12-13 chilometri a partita senza sforzo».

Micki pensa e corre. E poi?

«Ottima tecnica di base, dribbling, visione di gioco, esperienza. Poi parla cinque lingue, è figlio di uno dei più grandi giocatori armeni di sempre, è andato da adolescente in Brasile, sua madre è stata a lungo dirigente della federcalcio locale, sua sorella era la segretaria di Platini all’Uefa: è come se fosse stato programmato per fare il calciatore…».

Henrikh Mkhitaryan

Inzaghi lo immagina da vice Calha, ma pure vice Brozovic…

«Se hai un giocatore intelligente, hai anche un giocatore duttile. Ho visto allenatori utilizzarlo sulle fasce. Nel mio Shakhtar lo schieravo dietro al centravanti, per fargli attaccare gli spazi, e mi ha segnato 44 gol. La personalità non si discute, la preparazione atletica neppure, per come legge il gioco e agisce di conseguenza può stare ovunque. Anzi, appena lo presi sulla trequarti avevo già Teixeira e così iniziai a usarlo in coppia con Stepanenko davanti alla difesa, per abituarlo anche a difendere. Fece bene anche lì».

Quindi all’Inter lo vede bene.

«Sarò contentissimo di vederlo in nerazzurro. Inzaghi ha cominciato contro di me in precampionato, già allora mi ha fatto un’ottima impressione e dopo aver seguito tutto il campionato non posso che dire lo stesso. Ha saputo entrare nello spirito del club, L’Inter veniva da un campionato vinto con Conte e dalla cessione di due campioni (Lukaku e Hakimi, ndr), tutti si aspettavano che Simone cadesse e invece ha perso lo scudetto per colpa della partita di Bologna. Però ha trovato gioco, sinergie e connessione col gruppo. E sono convinto che Mkhitaryan sarà il valore aggiunto, quello che dà qualcosa in più».

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