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Eppure i giovani bravi ci sono, altrimenti non si vincono nettamente i campionati come l'ultimo Under 17…
"Ecco, il problema è proprio qui. Io i giovani bravi li ho sempre fatti giocare, feci debuttare Pirlo in Serie A quando aveva compiuto 16 anni da soli due giorni. Il range di età dai 17 ai 21 anni è il più delicato per un giocatore: è in quel momento che cresce, esplode e diventa un campione oppure sparisce. In Italia li mandano, quando va bene, in Serie B o C e li lasciano lì per qualche anno, ma così facendo si adeguano al livello e quando vengono finalmente portati in Serie A si scontrano con calciatori già maturi senza aver acquisito le giuste competenze".
Quindi bisogna farli giocare in A già tra i 17 e i 21 anni?
"Se sono bravi, perché no? Non devono passare degli anni per consacrare un talento. Qualcuno deve prendersi le responsabilità di farli giocare".
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