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Lucescu: “Italia, Barella non basta. Chi è il leader in questo momento?”

Fabio Alampi Redattore 
L'allenatore rumeno, a lungo in attività in Italia, ha commentato la deludente eliminazione degli Azzurri da Euro 2024

Mircea Lucescu, storico allenatore rumeno con un passato alla guida anche dell'Inter, ha parlato ai microfoni di Tuttosport dei tanti problemi dell'Italia: "Da anni è in atto il cambio di una generazione. Se provi a fare una squadra senza nomi o giocatori di esperienza, l'allenatore non può cambiare chissà cosa. La vittoria dell'Europeo di tre anni fa non è bastata a dare impulso, servono giocatori di personalità. L'Italia è sempre stata piuttosto conservativa nel tenere certi gruppi, i giocatori sono rimasti in azzurro per troppo tempo negli ultimi anni. Non mi riferisco ai Chiellini o Bonucci, ma ad altri, che andavano cambiati prima".

Manca più la mentalità, la leadership o un gioco offensivo?

"Chi è il leader in questo momento? Barella? Ecco, con tutto il rispetto per lui, ma non basta. Ci vogliono 4-5 giocatori di qualità ed esperienza attorno ai quali costruire il gruppo. L'Italia negli ultimi anni non è riuscita a farlo. Ci sono riuscite squadre come Romania e Ucraina, ma l'Italia no. Perché?".

Eppure i giovani bravi ci sono, altrimenti non si vincono nettamente i campionati come l'ultimo Under 17…

"Ecco, il problema è proprio qui. Io i giovani bravi li ho sempre fatti giocare, feci debuttare Pirlo in Serie A quando aveva compiuto 16 anni da soli due giorni. Il range di età dai 17 ai 21 anni è il più delicato per un giocatore: è in quel momento che cresce, esplode e diventa un campione oppure sparisce. In Italia li mandano, quando va bene, in Serie B o C e li lasciano lì per qualche anno, ma così facendo si adeguano al livello e quando vengono finalmente portati in Serie A si scontrano con calciatori già maturi senza aver acquisito le giuste competenze".

Quindi bisogna farli giocare in A già tra i 17 e i 21 anni?

"Se sono bravi, perché no? Non devono passare degli anni per consacrare un talento. Qualcuno deve prendersi le responsabilità di farli giocare".