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Dalle convocazioni si evince che Rebrov vuole affidarsi ai più esperti, pensa che schiererà davvero tutti insieme Mudryk, Sudakov, Yaremchuk e Dovbyk visto che l'Ucraina ha un solo risultato a disposizione?
«Mi sembrano un po' troppi. Un attacco a due con Yaremchuk e Dovbyk non lo vedo possibile, almeno non dall'inizio. Rispetto alla gara di andata invece penso proprio che non partirà con Mudryk in panchina, la sua qualità è troppo importante per rinunciarvi».
Che Italia si aspetta? Basta un pareggio, ma il calcio di Spalletti non è certo speculativo...
«Luciano è un allenatore di esperienza, con un'idea tattica ben chiara. Di solito non gioca per il pari, ma non si sa mai, questa è una partita che fa storia a sè».
Qual è la forza dell'Ucraina?
«L'esperienza internazionale che da anni stanno maturando i giocatori. Zinchenko gioca nell'Arsenal, Mudryk nel Chelsea, Dovbyk nel Girona, Yaremchuk è al Valencia dopo essere passato da Benfica e Bruges, Trubin è al Benfica e l'avrei visto bene anche all'Inter. Quelli che giocano, o hanno comunque giocato, con Shakhtar Donetsk e Dinamo Kiev sono abituati a giocare per vincere nel campionato ucraino quindi sanno come si affrontano partite come quella di stasera».
Ma lei si è ritirato dal ruolo di allenatore oppure no?
«Assolutamente no. Purtroppo in Ucraina non c’erano più le condizioni per lavorare bene. Sono stato tanti anni, ma ormai manca la minima soglia di professionalità e purtroppo non è colpa di nessuno se non di questa maledetta guerra. Per adesso mi riposo e attendo proposte...».
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