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Lucescu: “Non mi sono ancora ritirato. Italia, occhio all’Ucraina perché…”

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"Rispetto alla gara di andata invece penso proprio che non partirà con Mudryk in panchina, la sua qualità è troppo importante per rinunciarvi"
Matteo Pifferi Redattore 

Mircea Lucescu, allenatore, ha parlato ai microfoni di Tuttosport in vista di Ucraina-Italia:

«Non è una questione di tifo bensì di numeri: metà Nazionale è composta da giocatori che ho allenato, prendendoli sotto la mia egida quando erano ancora molti giovani, tra Shakhtar Donetsk e Dinamo Kiev sapeste quanti ne ho plasmati... Mi hanno invitato per questo momento che tutta la nazione vive con grande attesa e trasporto, una partita che può diventare storica. E' chiaro che la guerra in corso rende il match ancora più epico. In campo i giocatori porteranno le sofferenze e l'orgoglio di tutto il Paese e anche per quello vorranno centrare la qualificazione». 

Se arrivasse avrebbe un valore ancora più grande del normale?  

«In questa squadra ci sono alcuni giocatori che militano nel campionato ucraino, e che vivono quotidianamente la difficoltà di allenarsi e giocare, ma la maggior parte per loro fortuna gioca all'estero. Ciò non toglie che il pensiero di tutti vada ogni giorno a quello che accade sul fronte».


Dalle convocazioni si evince che Rebrov vuole affidarsi ai più esperti, pensa che schiererà davvero tutti insieme Mudryk, Sudakov, Yaremchuk e Dovbyk visto che l'Ucraina ha un solo risultato a disposizione? 

«Mi sembrano un po' troppi. Un attacco a due con Yaremchuk e Dovbyk non lo vedo possibile, almeno non dall'inizio. Rispetto alla gara di andata invece penso proprio che non partirà con Mudryk in panchina, la sua qualità è troppo importante per rinunciarvi».

Che Italia si aspetta? Basta un pareggio, ma il calcio di Spalletti non è certo speculativo... 

«Luciano è un allenatore di esperienza, con un'idea tattica ben chiara. Di solito non gioca per il pari, ma non si sa mai, questa è una partita che fa storia a sè». 

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Qual è la forza dell'Ucraina? 

«L'esperienza internazionale che da anni stanno maturando i giocatori. Zinchenko gioca nell'Arsenal, Mudryk nel Chelsea, Dovbyk nel Girona, Yaremchuk è al Valencia dopo essere passato da Benfica e Bruges, Trubin è al Benfica e l'avrei visto bene anche all'Inter. Quelli che giocano, o hanno comunque giocato, con Shakhtar Donetsk e Dinamo Kiev sono abituati a giocare per vincere nel campionato ucraino quindi sanno come si affrontano partite come quella di stasera». 

Ma lei si è ritirato dal ruolo di allenatore oppure no? 

«Assolutamente no. Purtroppo in Ucraina non c’erano più le condizioni per lavorare bene. Sono stato tanti anni, ma ormai manca la minima soglia di professionalità e purtroppo non è colpa di nessuno se non di questa maledetta guerra. Per adesso mi riposo e attendo proposte...». 

 

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