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Antonio Conte, futuro tecnico dell'Inter, ha fatto nome e cognome dell'attaccante che vorrebbe con sé a Milano: Romelu Lukaku. Il centravanti belga del Manchester United è l'obiettivo numero per il reparto offensivo e l'Inter è al lavoro per accontentare il tecnico.
"In un calcio tattico come quello italiano, Romelu Lukaku è il passepartout per aprire ogni difesa. Potenza fisica fuori dal comune, novanta chili di nervi e muscoli distribuiti su centonovanta centimetri. Ecco perché per l’Inter resta l’obiettivo numero uno per rinforzare l’attacco, che in ogni caso sarà formato da due top di livello internazionale. E anche questo aspetto fa tutta la differenza del mondo: Lukaku ha realizzato gol pesanti in Champions ed Europa League ed è stato con il Belgio una delle stelle dell’ultimo Mondiale. Ed è ancora piuttosto giovane: 26 anni appena compiuti, Lukaku nei prossimi anni entrerà nel pieno della maturità calcistica e potrà mettere a disposizione della sua prossima squadra – e ovviamente del suo prossimo allenatore – una leadership emotiva dentro e fuori dal campo", spiega La Gazzetta dello Sport.
"In nazionale come nei club, Lukaku è sempre stato il terminale offensivo in un sistema che prevedeva una punta centrale (4-2-3-1 o 4-3-3), mentre ha palesato qualche difficoltà quando ha dovuto dividere lo spazio con un altro attaccante. E su questo dovrà lavorare Conte, che difficilmente si sposterà – almeno in un primo momento – dal 3-5-2, il sistema che lo ha portato ad essere uno degli allenatori più ambiti a livello europeo. La stima di Conte per Lukaku è datata nel tempo e l’ex c.t. aveva provato in tutti i modi a prenderlo già quando sedeva sulla panchina del Chelsea: Romelu preferì Mourinho e il Manchester United al ritorno a Londra, ma questo non sarà di certo un problema per il futuro. Un ipotetico prossimo tandem offensivo potrebbe essere formato da Lukaku e Lautaro, con l’argentino ad agire da seconda punta, pronto a buttarsi negli spazi che gli garantirà la presenza del gigante belga. Ma Lukaku non è un classico centravantone utile solo in area di rigore perché malgrado la stazza sa aggredire la profondità e in campo aperto la sua falcata potente può essere devastante. Semmai a Lukaku manca un po’ il killer-instinct, nel senso che spesso è stato criticato per le troppe occasioni sciupate. I numeri però sono dalla sua parte: 10 reti in 21 gare di Champions (inclusi preliminari), 13 su 27 partite di Europa League, 113 gol in 252 di Premier, 45 in 79 match con il Belgio, con la ciliegina dei 5 gol in 10 presenze ai Mondiali. Pochi dubbi: scommettere su Lukaku sembra davvero un investimento vincente", si legge sul quotidiano.
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