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"Polverizzato però non rende l’idea: non è che Lukaku ha seminato Parolo con la sola velocità, ha accelerato quanto serviva per passargli davanti, infilando prima il braccio sinistro e poi il resto del suo corpo, e una volta davanti se lo è tenuto incollato, come un pesce pilota che nuota insieme a uno squalo, tenendolo a distanza dalla palla con le braccia e con l’anca sinistra. C’è qualcosa di diabolico nel modo in cui Lukaku riesce a giocare la palla con gli avversari addosso, con la disinvoltura con cui d’inverno ci si sposta la sciarpa dietro la spalla quando scivola in avanti.", ha ricordato Ultimo Uomo raccontando la partita di domenica sera che ha sancito il sorpasso dell'Inter sul Milan.
Di Lukaku si parla sempre in relazione al suo fisico e alla potenza del suo corpo. Secondo Ultimo Uomo è un'analisi troppo semplicistica, che non rende giustizia a quello che Romelu sta effettivamente dimostrando. Ci sono troppi stereotipi su di lui: "Quando si è trasferito all’Inter, due estati fa, era un “ciccione”, quando gioca meno bene del solito è un “intruppone”, un attaccante goffo, troppo grosso per essere anche tecnico e intelligente. Quando invece fa vincere la squadra è merito del suo “strapotere fisico”, come fosse una cosa del tutto naturale. Che ci vuoi fare – è il sottotesto – è così grosso, e così veloce". Invece: "Adesso Lukaku è a suo agio anche giocando in pochi metri quadrati di campo, e ovviamente non c’è niente di casuale nel modo in cui i difensori gli sbattono contro, è lui che, pur guardando la palla, sta attento a usare il proprio corpo come un muro di cinta per tenerli separati dalla palla".
"Non mi vengono in mente molti altri attaccanti capace di resistere alla pressione dei difensori (ricordatevi che a loro in teoria basterebbe spostare lui, non farlo arrivare bene sulla palla) e mentre lottano con loro di tenere d’occhio la palla, ricordarsi dove sta la porta, poi coordinarsi e colpire (forse Duvan Zapata nei suoi momenti migliori, Haaland se vogliamo allargare lo sguardo al resto d’Europa). Mi tornano in mente i duelli che ingaggiava, in corsa, il miglior Christian Vieri, o quelli sul posto di Luca Toni, quando sembrava avere i tentacoli. Ma oggi nessuno sembra inavvicinabile quanto Lukaku, nessuno è accompagnato da quella sensazione che anticipa cosa sta per succedere: ok, adesso Lukaku sposta il difensore e segna", ha sottolineato Ultimo Uomo nel suo focus sull'attaccante nerazzurro. Big Rom è arrivato fin qui grazie al duro lavoro: "Nessuno regala niente a nessuno, nel mondo del calcio. Il modo in cui oggi manipola i difensori avversari è il frutto di anni di lavoro e allenamenti, di continui pensieri su come sfruttare meglio le proprie qualità; Lukaku sarà anche partito con delle doti fisiche non comuni, ma è diventato il giocatore che vediamo oggi perché è, da sempre, serio e studioso, attento ai dettagli e in continuo miglioramento".
(Ultimo uomo)
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