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La Gazzetta dello Sport ha contattato uno specialista per far chiarezza sui tempi di recupero di Romelu Lukaku dopo il nuovo stop. Ecco le dichiarazioni di Marco Cesarini, in passato responsabile della prevenzione del Milan, ultime esperienze come capo area medica e performance al Fulham e allo Sheffield, sull'infortunio dell'attaccante di Inter e Belgio.
”Risentimento della cicatrice miotendinea del bicipite femorale della coscia”. Perché è una zona a rischio?
«Perché quella è un’area tendinea poco innervata. Generalmente i calciatori si sentono a posto dopo poco tempo, spingono per tornare e a volte può capitare di incappare in una ricaduta. Serve almeno una settimana per rivalutare con una risonanza magnetica il danno reale».
Lukaku farà in tempo per il Mondiale?
«La premessa d’obbligo è che parlare senza vedere gli esami è impossibile. In linea generale, quando c’è una ricaduta simile non ci si può aspettare di tornare in campo in meno di 2-3 settimane».
La condizione fisica è un problema?
«Certamente lo è. Va ricostruita. Perché se un calciatore non è a posto dal punto di vista aerobico, il rischio di andare incontro a nuove lesioni è elevatissimo. Non è una situazione semplice da gestire. E poi Lukaku, giocatore molto esplosivo, in campo esprime una forza massimale. Questo significa che, in caso di danno muscolare, è molto più facile che incappi in una lesione complessa».
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