FC Inter 1908
I migliori video scelti dal nostro canale

ultimora

L’Avv. Malvestio spiega: “Coronavirus? Ecco cosa ha in mente la UEFA e come andrà il mercato”

La previsione del noto avvocato esperto di diritto sportivo

Daniele Vitiello

Stefano Malvestio, noto avvocato esperto di diritto sportivo, ha parlato ai microfoni di TMW di quelle che potrebbero essere le misure adottate dalla Uefa per combattere gli effetti economici dell'avanzare del Coronavirus.

La UEFA ha spiegato che, considerata la gravità della situazione e dell'emergenza sanitaria, non chiederà il bilancio in questa stagione. Cosa significa per il movimento calcio internazionale?

"C’era da aspettarselo e credo si andrà oltre. L’obiettivo che si pone la UEFA nel disporre regole sul financial fairplay e le licenze è di garantire la sostenibilità del sistema calcio nel lungo-termine, razionalizzare le finanze dei club ed indurli a spendere non più di quanto guadagnano. E’ evidente che, nel momento in cui una crisi globale colpisce gravemente lo sport, così come altri settori dell’economia, tali obiettivi vadano non certo tralasciati, ma di certo flessibilizzati ed adattati alle circostanze del caso".

Questo può avere effetto anche sul mercato, dargli un impulso positivo rispetto alle attese?

"Non credo che la UEFA stia allentando le misure di controllo finanziario, per poi vedere i club spendere sul mercato oltre le loro possibilità. Sarebbe un controsenso, oltre che forse controproducente a livello mediatico, in un momento in cui il calcio e le spese ad esso relazionate sono sotto la lente d’ingrandimento dell’opinione pubblica. A mio modo di vedere, si tratta di misure indirizzate a minimizzare le conseguenze di una perdita economica certa, più che a stimolare spesa ed investimento. Ciò non toglie che ci si possa aspettare misure di altro tipo, con l’intenzione di favorire la ripresa economica: la FIFA ha anticipato che potrebbe far ricorso alle sue riserve di bilancio, che ammontano a 2,75 bilioni di Dollari; e, tra gli operatori del settore, si anche già iniziato a discutere di rimuovere il divieto di “TPO”, investimenti di parti terze sul cartellino dei calciatori, che potrebbero permettere ai club di ricevere liquidità immediata in un momento in cui le risorse scarseggiano".

Da addetto ai lavori, stante la situazione, c'è da attendersi piuttosto una sessione di scambi?

"Credo sia presto per dirlo, considerando che alcune delle principali variabili che influiscono sull’andamento del mercato sono ancora in via di definizione. Innanzitutto, non sappiamo quali federazioni riusciranno a completare la stagione (nonché quando e in quali condizioni), e quali altre invece la daranno per conclusa prematuramente, come è stato annunciato ieri dalla Jupiler League in Belgio; questo ha risvolti fondamentali sulla classificazione alle competizioni UEFA della prossima stagione, che la UEFA stessa per ora intende limitare alle leghe che completino la stagione in corso. In secondo luogo, vi sono aspetti normativi che ancora devono essere chiariti e che a loro volta dipendono dalla definizione delle problematiche legate alle competizioni: tra essi, date ed estensione delle finestre di calciomercato (necessariamente dopo la conclusione, in un modo o nell’altro, della stagione 2019/2020), nonché la situazione dei calciatori in scadenza a giugno 2020 (e che abbiano eventualmente già firmato un pre-contratto a partire da luglio 2020).

E sulle nuove normative, come i limiti ai prestiti?

"Ad esempio, i limiti ai prestiti che la FIFA intendeva introdurre a partire dalla sessione estiva di quest’anno, saranno rinviati almeno alla prossima stagione. Nel complesso, è ragionevole prevedere che la diminuzione delle entrate comporterà una conseguente diminuzione delle spese, e pertanto dei valori di mercato; questo, dovrebbe comportare l’utilizzo di soluzioni creative e alternative come il ricorso a scambi, prestiti ed opzioni. Non è da escludere però che, proprio per ravvivare l’interesse nelle competizioni e rilanciare il sistema dopo un periodo di stagnazione, ci sia un mercato ugualmente attivo.

Tecnicamente, come può muoversi la FIFA per una deroga sul prolungamento dei contratti?

"Da circa un paio di settimane la FIFA ha istituito un Working Group, col compito di analizzare la situazione di emergenza e proporre soluzioni. Vi è estrema cautela sul tema, anche perché la FIFA stessa giuridicamente è un’associazione, e quindi parte terza rispetto a un contratto di lavoro sportivo, che non può, pertanto, automaticamente o unilateralmente estendere. Il ruolo della FIFA è quello di coordinare le soluzioni a livello internazionale e prevenire (o risolvere) conflitti. Prendete l’esempio di un calciatore con contratto in scadenza a giugno 2020 in un paese, che abbia già firmato un pre-contratto in un altro paese a partire da luglio 2020. Cosa succede se la stagione del primo paese è prolungata oltre giugno e quello del secondo paese invece riprende regolarmente a luglio?"

Dunque, priorità ai campionati in corso

"La soluzione proposta dalla FIFA è quella di privilegiare il campionato in corso, per proteggete l’integrità delle competizioni e la specificità dello sport, principi fondamentali del sistema calcio a livello normativo e già riconosciuti anche a dalla giurisprudenza del TAS e della Corte di Giustizia Europea. Ci sarà da capire, però, quanto questa soluzione sarà compatibile con la volontà e l’autonomia delle parti - nessuno può obbligare un soggetto a lavorare contro la sua volontà – nonché con le specificità della legge di ciascun paese.

A riguardo, le società potrebbero opporsi qualora non volessero pagare gli emolumenti di un determinato calciatore oltre la scadenza?

"L’auspicio è che si vada verso soluzioni collettive, negoziate dai rappresentanti di categoria a livello nazionale e internazionale. Questo onde evitare disparità di trattamento, in cui ad alcuni calciatori viene offerto il rinnovo del contratto fino al termine della stagione, mentre altri vengono abbandonati a se stessi. In sintesi, credo debba prevalere il concetto che o si estende il termine del contratto oltre la sua originale scadenza per tutti (tramite accordo collettivo o per disposizione di legge), o non lo si fa per nessuno: in quel caso, la soluzione dipenderebbe dalle singole negoziazioni individuali, col rischio, però, non solo per i calciatori meno “appetibili” di non vedersi rinnovare il contratto, ma anche per le società di perdere calciatori importanti (divenuti “free agent”) nel momento chiave della stagione".