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Mamma e Papà Gagliardini: “Roberto ragazzo umile. Che paura quando a Vicenza…”

Anche i genitori di Gagliardini stanno vivendo con entusiasmo il passaggio di Roberto all'Inter

Riccardo Fusato

Anche i genitori di Gagliardini stanno vivendo con entusiasmo il passaggio di Roberto all'Inter: "Il mondo si è capovolto - ammette mamma Rosanna - Ma per favore, non chiamatelo Roby!.Ricordiamo la prima borsa dell’Atalanta – raccontano i genitori passandosi di mano le fotografie –. Lui era così piccolo e la borsa così grande che ci stava dentro rannicchiato. Eppure il suo sviluppo è stato lento – ricorda Alessandro che raccoglie ogni articolo di giornale e che tiene la statistica di peso e altezza dei figli – vissuto anche sotto peso e con un po’ di mal di schiena. A 14 anni era alto uno e 63, in meno di 12 mesi prese 10 centimetri. Roberto passa paciose vacanze coccolato da amici e parenti – sottolinea la mamma -. Tant’è che in casa non si parla il bergamasco: è più facile sentirlo parlare in siciliano. Andrea e Roberto non hanno rotto soprammobili in casa – racconta Alessandro – perché li portavo con me al campo. Loro si sfogavano in maniera sana all’aria aperta e mia moglie poteva respirare un po’ con Giulia in casa. Ma vorremmo specificare che nonostante il proliferare dell’armonia famigliare, non siamo lo spot del Mulino Bianco". I genitori sorridono e si guardano negli occhi, spontaneamente e sinceramente, come a chiamarsi un messaggio in codice. E si emozionano ricordando il trauma cranico che subì Roberto il 22 settembre del 2015 a Lanciano con il Vicenza: "Fu sconvolgente – scappa una lacrima alla la mamma – perché seguivamo la gara in tv e per 30’ restammo in silenzio in casa ad aspettare notizie dall’ospedale. Poi squillò il telefono, era lui: “Mamma sto bene”. Piansi, di gioia. Ma com’è il casalingo Roberto? Sparecchia la tavola, passa l’aspirapolvere, sistema il letto e il giorno del passaggio all’Inter lo ha passato chiuso qui a togliere gli addobbi natalizi con la sorella. Una volta uscendo in retro con l’auto dallo scivolo del garage non si è accorto che si stava chiudendo il cancello: lo ha sfondato». Sabato sera quasi tutta la famiglia sarà al Meazza (quasi, perché Alessandro preferirà gestire la tensione nel salotto di casa con un amico), commenteranno magari via WhatsApp, nella chat comune intitolata «Family», durante la gara. La famiglia d’altronde è tutto per Roberto. La prima persona a cui ha comunicato il passaggio all’Inter è stato il fratello, nel cuore della notte. «Noi ringrazieremo sempre l’Atalanta per i 15 anni trascorsi – spiegano i genitori – perché lo hanno formato per sempre. Ringraziamo anche il maestro Raffaello Bonifaccio che segnalò i nostri ragazzi a Mino Favini, e Rino Foschi, il d.s. del Cesena dove Roberto conquistò la A». Qui la casa parla di Roberto: la camera, con il poster di CR7 e la sciarpa dell’Atalanta, il pallone da basket e il canestro per sfidare gli amici di Dalmine. Tutto resta com’è. Con mamma Rosanna che dice a Roberto: «Quando vai a giocare, divertiti. E non farti male!"

(Gazzetta dello Sport)

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