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Roberto Mancini è stato interrogato sulla recente tragedia che si è verificata sabato scorso sul campo di Pescara. il dramma di Morosini ha colpito molto anche l’Inghilterra, al di là del minuto di silenzio rispettato su tutti i campi. Si aspettava che avesse una risonanza del genere nel Paese dove allena?«Sì. Non dimenticate che proprio il Manchester City ha vissuto la tragedia di Foé, morto in campo a 28 anni. È successo mentre giocava con il Camerun nel 2003, ma era un giocatore del City. E il recente caso di Muamba ha reso tutto il calcio inglese più sensibile a queste drammatiche situazioni».Di Natale ha detto che è anche colpa dello stress, che si gioca troppo. Condivide?«Io rispetto tutte le opinioni ed è vero che negli ultimi 10 anni si fa più fatica perché partite e impegni sono aumentati, ma non credoche c’entri con la morte di Morosini o casi del genere».Da cosa nasce questa sua convinzione?«In Italia i controlli e la prevenzione sugli atleti sono all’avanguardia, con visite molto accurate e ogni sei mesi. Di sicuro siamo più avanti rispetto all’Inghilterra. Ora qui sta cambiando qualcosa dopo il caso Muamba, ed è giusto così: a me per esempio le visite mediche ai giocatori del City non convincevano. Adesso le cose miglioreranno».
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