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Intervistato da Tuttosport, il CT dell'Italia Roberto Mancini ha parlato così dei possibili calcoli per avere un piazzamento migliore agli ottavi:
«Discorsi inutili: è importante giocare bene e cercare di vincere. Si gioca per vincere, è il nostro principio e terremo fede a questo».
Quanto le dà fastidio la parola “biscotto”?
«Il biscotto si “cucina” quando due squadre hanno lo stesso obiettivo per andare avanti: non è questo il caso. Noi andremo a giocare dove capiterà di andare, non abbiamo nessun problema. Giocheremo per vincere una partita difficile, visto che è la terza in pochi giorni e che si giocherà con una temperatura sopra in 30 gradi».
Sarebbe umiliante arrivare secondi nel girone?
«Non credo sia corretto porre la questione in questi termini. Il Galles è difficile da affrontare: da anni sta al vertice del ranking: gioca bene perché ha giocatori forti fisicamente ma anche molto tecnici. Sarà una sfida dura, da giocare bene cercando di vincerla».
Rispetto alla partenza, quando c’era diffidenza verso di voi, sul carro azzurro è salita molta gente? Le dà fastidio?
«La Nazionale è sempre stata di tutti. Magari all'inizio c'è un po' di freddezza e poi ci si appassiona di più. Vialli giù dal pullman anche stavolta? La prima volta – sorride – Luca ce lo siamo dimenticato davvero, ora ci si scherza un poco su questa cosa».
In Inghilterra sono impressionati dall'Italia: cosa ha fatto per trasformarla nel gioco rivoluzionandone le caratteristiche tattiche?
«Sono arrivato in un momento delicato della nostra Nazionale che coincideva con un ricambio generazionale. Ma noi abbiamo vinto 4 Mondiali con il nostro gioco: la squadra deve sempre avere buon “balance” e difendere bene, pur cercando di attaccare di più».
Che tipo di turnover metterà in atto contro il Galles? Sarà veramente un'altra Italia?
«Quando affermo che i ragazzi sono tutti titolari, lo dico perché lo penso: in Nation League, per esempio, abbiamo fatto bene con un attacco che potrete vedere anche oggi. Quante formazioni avete visto cambiare nel cammino verso l'Europeo? Con il Galles avremmo cambiato ugualmente, anche se fosse stata una gara decisiva, perché è la terza partita in 10 giorni e tutti sono allo stesso livello».
Le pressioni potrebbero pesare negativamente sul gruppo?
«Siamo dei ragazzi – sorride il ct – e ci fa piacere che ci vedano così».
Nessuna delle squadre più attese ha espresso quello che ci si aspettava: che bilancio può fare?
«Non è cambiato nulla, sono solo due partite. Le squadre abituate a vincere questi tornei trovano la condizione in corso d'opera e sono piene di giocatori straordinari: il Portogallo, la Germania, il Belgio. La Francia, poi, è piena di campioni e resta la favorita per questo europeo».
Questa situazione anomala della “bolla” in cui siete costretti, condiziona gli equilibri del gruppo?
«E' il primo Europeo a cui partecipo da ct ed da quasi un mese che siamo insieme: a volte è necessario concedere ai ragazzi 24 ore per non vederci e per pensare ad altro, perché possano farsi gli affari loro. Questa è un po' una problematica che va gestita».
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