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Mancini: “Giorni duri senza Mondiale. Argentina favorita, mi hanno impressionato”

Andrea Della Sala

Il ct della Nazionale italiana, Roberto Mancini, intervistato dal Corriere della Sera, ha parlato del Mondiale e dell’eliminazione degli azzurri

Il ct della Nazionale italiana, Roberto Mancini, intervistato dal Corriere della Sera, ha parlato del Mondiale e dell’eliminazione degli azzurri:

Roberto Mancini sono giorni duri e non solo perché l’Italia ha perso con l’Austria...

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«Sono duri perché siamo fuori dal Mondiale anche se dobbiamo accettarlo. Fa male, parecchio male».

È l’obiettivo che l’ha convinta a rimanere dopo aver fallito il traguardo?

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«Sono rimasto perché voglio prendermi una rivincita, ma adesso non possiamo allungare così tanto lo sguardo. Il Mondiale del 2026 è troppo lontano. Pensiamo alle finali di Nations League che non vanno sottovalutate e alle qualificazioni all’Europeo 2024 in cui vogliamo difendere bene il titolo».

Altra richiesta di sincerità: è più la gioia per l’Europeo vinto o la delusione per il Mondiale fallito?

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«Prevale la delusione, che è forte e non mi abbandona mai. Magari tra quattro anni, quando il Mondiale ce lo potremo riprendere, questo senso di vuoto passerà. Ora è così. E lo sa perché fa tanto male?».

Al ripescaggio ha mai creduto?

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«Mai sino in fondo. Mi è sempre sembrata una strada poco percorribile».

Però sostiene che i campioni d’Europa dovrebbero essere ammessi di diritto.

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«Non solo i campioni d’Europa, ma quelli di tutti i Continenti. Lo dico nell’interesse del calcio e dello stesso Mondiale. Così come dovrebbe essere certo di poter partecipare chi ha vinto l’edizione precedente: prima era così, adesso non più. Non sempre il calcio prende decisioni giuste per se stesso».

A distanza di tanti mesi ha capito perché siamo stati eliminati?

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«Ho visto e rivisto ogni singola partita delle qualificazioni. E quando dico che meritavamo di andare in Qatar non lo faccio tanto per difendere la squadra. Abbiamo commesso degli errori tecnici, alcuni anche gravi, ma non tali da giustificare la mancata qualificazione. Anche se, al sorteggio, sentivo che la Svizzera ci avrebbe creato problemi. E purtroppo ho avuto ragione».

Da Raspadori sino a Scamacca senza dimenticare Pinamonti e Pellegri, i giovani centravanti crescono. C’è luce dietro Immobile...

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«I giovani crescono se giocano, ma soprattutto se vanno in squadre di vertice che fanno la Champions. Perché così alzano l’asticella e imparano a non accontentarsi».

Chi è la favorita del Mondiale appena cominciato?

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«L’Argentina e non solo perché ha Messi. Contro di noi a giugno mi ha fatto una grande impressione. In assoluto penso che sia arrivato il momento di una sudamericana».

Le europee sono toste...

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«E infatti il campionato d’Europa sotto certi aspetti è più difficile del Mondiale. La Francia, anche senza Benzema, è forte. Così come Germania e Belgio e prima o poi l’Inghilterra riuscirà a vincere qualcosa...».