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Il presidente dell'Inter Erick Thohir non ha convinto a pieno i tifosi nerazzurri da quando è arrivato a Milano. L'indonesiano non riesce a scaldare i cuori nerazzurri, inevitabile conseguenza di giugnere dopo una figura ultra amata come quella di Massimo Moratti. Il Corriere della Sera riassume questo aspetto: «È trasmesso da Thohir un senso di precarietà e una capacità di investimenti non commisurata alla storia e ai sogni di rinascita dell’Inter. Se la finanza soffre, il campo punisce. Quando Mancini ha sbandato la società non c’era, non l’ha aiutato nella gestione dei giocatori e delle crisi che si sono ripetute con frequenza da Natale in poi. Se la dirigenza ha gravi colpe, il tecnico è inevitabilmente grande imputato. Con il Torino in campo c’erano solo quattro giocatori nuovi rispetto alla gestione Mazzari: Miranda, Brozovic, Ljajic e Perisic. Mancini è un grande tecnico se ha una società forte alle spalle, ma all’Inter questo supporto non c’è stato. Se è vero che il club in estate ha speso la sua immagine per convincere molti giocatori (Perisic, Kondogbia, Jovetic, Miranda) è vero anche che lui ha accantonato in fretta alcuni uomini chiave. Felipe Melo l’ha voluto a ogni costo e si è poi reso conto che non era più adatto alla serie A, Jovetic è disperso, Eder (preso sacrificando Soriano) non gli ha dato nulla. Probabile che Mancini resti, non perché convinto dal progetto che sarà ancora più rischioso, ma per mancanza di offerte appetibili dalla Premier League».
(corsera)
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