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Mancini, ora che fai? Gravina non lo molla. Oggi l’incontro, rimane il dubbio

Andrea Della Sala

Dopo la brutta figura dell'Italia nel playoff contro la Macedonia, il ct Roberto Mancini riflette sul suo futuro

Dopo la brutta figura dell'Italia nel playoff contro la Macedonia, il ct Roberto Mancini riflette sul suo futuro. Il tecnico non ha ancora comunicato la sua decisione, mentre la Figc spera di convincerlo a rimanere.

"Il c.t. azzurro resta convinto del valore del gruppo, che è giovane e può crescere ancora, specie in zona gol, dove sono naufragati i nostri sogni mondiali. Scamacca, Raspadori e i bomber che sbocceranno potranno dare ciò che non ha dato Immobile. Il seme del gioco ha dato sempre buoni frutti, ma sono mancate spesso le punte per il raccolto. Mezzo Mancini non vorrebbe buttare via 4 anni di coltivazione. Oggi Gravina vuole tenersi stretto Mancini che, ovviamente, ha la totale fiducia dei suoi ragazzi. Per convincerlo a tirar dritto, il presidente federale potrebbe proporgli un ampliamento di funzioni e affidargli quella supervisione di tutte le Nazionali che piace a Lippi e che, attraverso una migliore condivisione di metodi e principi tattici, potrebbe ottimizzare il microcosmo azzurro. Mancini, pagata la tassa di gratitudine agli Eroi di Wembley, smaltita l’ubriacatura da Europeo, potrebbe ripartire con una Nazionale incattivita (finalmente) dalla beffa di Palermo", riporta La Gazzetta dello Sport.

"Il prossimo Mondiale è lontano, forse troppo. Per arrivarci Mancini dovrà affrontare un altro Europeo in cui potrà al massimo confermarsi. Ce l’ha ancora l’entusiasmo per trascinarsi fino al 2026? E’ vero che i ritmi da c.t. gli hanno garantito una qualità di vita apprezzabile, ma è anche vero che a Roberto l’adrenalina del lavoro quotidiano in un club piace ancora. Non è un prepensionato. E’ vero che lasciare la panca della Nazionale gli costerebbe più o meno 16 milioni netti che difficilmente la Figc sarebbe disposta a trattare, ma è anche vero che quei soldi potrebbe guadagnarli in un paio di stagioni in un top club. Le offerte non gli mancano, non gli sono mancate in questi anni. E’ vero che, come abbiamo detto, Mancini continua a nutrire grande fiducia nei suoi ragazzi, ma è anche vero che, a prescindere dal miracolo europeo, le nazionali big concorrenti sono molto più attrezzate di talento. In un top-club, Roberto avrebbe più possibilità di togliersi soddisfazioni importanti, senza dover aspettare il 2026. E poi l’orgoglio, che pesa anche in questa seconda metà. Il Mancio snobbò la cena Gravina-Lippi («Poco importante»), in realtà non l’ha mai digerita. Aveva rialzato l’Italia dall’Apocalisse e rischiava di ritrovarsi sulla testa qualcuno che decideva sulle sue cose, senza preavviso. Non ha dimenticato. E il nome di Lippi, in pacchetto con Cannavaro, è rispuntato subito, prima ancora che Trajkovski calciasse. Mancini non ha dimenticato neppure che, nonostante non abbia mai elemosinato stage e sempre rispettato le esigenze dei club, non ha ricevuto una mano quando l’ha chiesta. Vale la pena continuare in questo contesto politico? Ieri Mancini ha parlato alla squadra: «Vi voglio bene più che a luglio». Ma nessuno ha capito quale delle due metà vincerà. Sono ore tormentate per Mancini. Gravina è convinto che resti: ieri è cresciuto l’ottimismo. Si parleranno oggi, prima di volare in Turchia", aggiunge il quotidiano.