Intervenuto ai microfoni de Il Giorno, Aldo Mancini, papà del ct dell'Italia Roberto, ha parlato così del figlio e del momento della sua Nazionale italiana: «E' molto sereno. Quando ci sentiamo non parliamo di calcio, non voglio stressarlo. Ha il peso di 60 milioni di italiani sulle spalle, è già sotto pressione (scherza, ndr). Sta facendo un gran lavoro ed è riuscito a portare questa Nazionale ad altissimi livelli».
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Le parole di Aldo Mancini: "Roberto? Sta facendo un gran lavoro ed è riuscito a portare questa Nazionale ad altissimi livelli"
Ma lei come vede la Nazionale di suo figlio?
«Molto bene. Cerchiamo di vincere tutte le partite, lo possiamo fare. Ha formato un bel gruppo, solido e di qualità. Lui è ancora più orgoglioso di portare in alto il nome delle Marche e della sua città, perché è uno jesino doc. Poi Roberto ha un grande merito».
Quale?
«Aver dato importanza a tutti. Ha valorizzato ogni singolo, puntando specialmente sui giovani. I ragazzi hanno sentito la sua fiducia e perciò stanno facendo così bene. Senza quella non si va da nessuna parte. Le faccio un esempio».
Prego.
«E' come in un'azienda. Se il capo fa sentire la sua fiducia a tutti i suoi dipendenti, saranno più stimolati a lavorare e renderanno di più. Ecco, Roberto sta facendo esattamente questo: tutti si sentono importanti con lui».
Soprattutto i giovani, nella sua carriera da allenatore ne ha lanciati tanti.
«Vi ricordate Zaniolo? Non aveva ancora esordito in serie A e lui se l'è portato in Nazionale nel 2018. Poi vedete Locatelli con che carica gioca. Ecco, già questa è una grande vittoria di Roberto: aver costruito un gruppo solido e coeso, dove tutti sono fondamentali dal più esperto al più giovane. Senza scordarsi di nessuno».
In che senso?
«Se guardiamo le squadre di provenienza non leggiamo solo le più grandi, ma tutte quelle del Paese. Ha dato importanza a tutti i club del nostro campionato. Ma il merito va condiviso».
Con chi?
«Con i giocatori stessi. Mi lasci dire, questi ragazzi hanno una mentalità più onesta rispetto a quelli di venti o trent' anni fa, sono più seri. Si mettono a disposizione».
Può vincere l'Europeo?
«Serve anche un po' di fortuna, non guasta mai (ride, ndr)».
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