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Mandorlini: “Sempre stato interista, fortunato a giocare qui. Ricordo…”

Simona Castellano

Andrea Mandorlini è il protagonista della nuova puntata di Memorabilia, format di Inter Channel. L'ex nerazzurro si è raccontato ai microfoni del canale tematico nerazzurro.

Andrea Mandorlini è il protagonista della nuova puntata di Memorabilia, format di Inter Channel. L'ex nerazzurro si è raccontato ai microfoni del canale tematico nerazzurro. Queste le sue parole:

ALLENATORE E INTER - Qualcuno me l'aveva predetto tempo fa. Mi reputo fortunato per aver potuto vestire questi colori che per me sono importanti. Sono sempre stato interista e ho avuto la fortuna di poterci giocare, senza però mai riuscire a batterla da allenatore. 

GIOCATORE - Tanti errori commessi, con l'esperienza di oggi da allenatore non si farebbero. L'esperienza è importante, conosci tante cose però fare l'allenatore è diverso e responsabilizzante verso tutto l'ambiente. 

TORINO E ASCOLI - Tre anni con Mazzone mi hanno formato sia dal punto di vista sportivo che umano. Grazie a lui poi ho trovato i miei colori. Lo ringrazio ogni volta che lo incontro per questo. 

MAGLIA NERAZZURRA - Tra l'84 ed il '91 in Serie A c'erano i giocatori migliori al mondo. Io avevo 24 anni, giocavo per una delle più grandi squadre del mondo e per questo i ricordi sono solamente belli. Lo Scudetto dei Record, la Coppa UEFA e la Supercoppa sono sicuramente tra i migliori, in anni fondamentali per la mia carriera. Ho avuto tutte le maglie tranne la 9 e quella del portiere, per il resto li ho messi tutti. Compreso il 10 a San Siro. L'anno dei Record inziò con un'estate un po' turbolenta perché giravano alcuni nomi per sostituirmi. Trapattoni però ha creduto in me, avevo fatto bene alcune partite nel ruolo di libero ed ero comunque supportato da grandissimi giocatori. Abbiamo perso in Coppa Italia con la Fiorentina e dopo una riunione in Pinetina nacque quella stagione unica. 

SERIE A ATTUALE - Il campionato italiano oggi è molto difficile, magari non spettacolare ma tatticamente è tra i più complessi. Nelle mie squadre ho sempre cercato di proporre un'idea di gioco aggressiva, cercando di giocarci la partita anche contro le grandi.