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Marcelino: “Ero sicuro di allenare l’Inter, ma qualcuno preferiva un altro. Kondogbia…”

Andrea Della Sala

Il tecnico del Valencia è tornato a parlare della scorsa stagione, quando fu vicino ai nerazzurri

In Spagna il Valencia è la vera rivelazione e a guidare il club spagnolo c'è Marcelino che lo scorso anno fu molto vicino all'Inter, prima che i nerazzurri scegliessero di puntare su Pioli: «Un anno fa io e il mio staff fummo contattati dai dirigenti dell’Inter. Andammo a Milano e facemmo due riunioni tecniche. Dopo la seconda eravamo sicuri del fatto che avremmo allenato l’Inter. E invece tra le 23 del sabato e il mezzogiorno della domenica le cose cambiarono. In 13 ore la nostra candidatura perse energia: evidentemente nell’Inter c’era chi voleva affidarci la squadra e chi invece preferiva darla a qualcun altro. Succede».

Nessun rimpianto, nessun rancore, solo la coscienza di vivere in un mondo fatto così.

«Esatto. L’idea di allenare in Italia ci piaceva, non è andata, siamo arrivati a Valencia e siamo felicissimi».

Sei partite sempre a segno. Il record del Valencia stabilito da Mundo nel 1944 è di 7. Le faccio un altro nome: Kondogbia. A Valencia vedendolo giocare non riescono a credere che l’Inter abbia rinunciato tanto facilmente al francese e che il costo di riscatto sia stato fissato ad appena 24 milioni, coi prezzi che corrono. In Italia le cose non sono andate benissimo, lei però credeva in lui.

«Pienamente. Non avevo nessun dubbio che potesse rendere a grandi livelli. Non abbiamo cercato nessun altro, volevamo lui».

A cosa si doveva tanta fiducia, tra l’altro ben riposta?

«Mi avevano parlato molto bene della persona, del professionista. E se un giocatore ha in sé i valori del superarsi, della voglia, del sacrificio e del lavoro è impossibile che si dimentichi come si gioca a calcio. E Kondogbia a calcio sa giocare. È chiaro che le sue qualità erano diciamo così “assopite”, però erano lì. Eravamo sicuri che in una situazione favorevole a livello ambientale potessero risvegliarsi. E poi conosceva già la Liga (a Siviglia nel 2012-13, ndr ) e ci sembrava perfetto per questo campionato. Lo vedevamo come partner ideale di Dani Parejo, altro calciatore straordinario, in mezzo al campo: una coppia che ci poteva portare a un livello superiore. Ed è stato così».

(Gazza Extra)