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Marchegiani: “Derby fondamentale. Dzeko deve giocare. Onana? Preferisco Handanovic”

Gianni Pampinella

Intervistato da Tuttosport, l'ex portiere, oggi commentatore per Sky Sport, ha parlato del derby

Intervistato da Tuttosport, Luca Marchegiani ha parlato del derby. Una gara importante per Inter e Milan in chiave Champions. "Una partita fondamentale per le due squadre. Non credo più di tanto per la classifica, come lo è stata nell’ultimo campionato, ma perché Inter e Milan stanno attraversando un momento cruciale della loro stagione e credo che, esattamente come l’anno scorso, le conseguenze di questa partita potrebbero essere determinanti nella prosecuzione del loro percorso".

 Il fresco ricordo di quanto accaduto in Supercoppa a Riad può essere un fattore?

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 «Lo è al 90% perché è stata una gara giocata da troppo poco per essere stata dimenticata ed è stata anche una partita che ha detto tanto, vista la differenza che c’è stata tra le due squadre. Per questo credo che i giocatori se la portino dentro quella gara: chi per voglia di rivalsa, chi avendo maturato la convinzione di sentirsi superiore». 

Pioli, dopo il ko con il Sassuolo, dovrebbe ripartire dal 4-3-3: la ritiene una buona idea?

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 «È chiaro che il Milan deve cambiare qualcosa perché le ultime tre sconfitte sono state deflagranti. Il Milan non è che negli ultimi due anni non sia mai caduto, ma ha sempre avuto la capacità di rialzarsi velocemente. Che le difficoltà si ripetessero per tre partite così importanti e in modo così evidente non era mai capitato, perciò è chiaro che qualcosa debba succedere e che non si possa aspettare che la situazione passi da sola. Motivo per cui, credo sia indispensabile che Pioli provi a dare nuove certezze e stimoli nuovi alla squadra. Il rovescio della medaglia è che non è che ne abbia molti di centrocampisti il Milan...». 

 Problema che ha origine in estate.

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 «Sì perché Il Milan ha perso un giocatore importante come Kessie e non l’ha sostituito: Pobega ha fatto bene quando è stato chiamato in causa, ma è ancora un giocatore di un altro livello rispetto al collega. In più nel deby non avrà pure Bennacer quindi non è neanche facile cambiare modulo mettendo un centrocampista in più perché qui non si tratta di arretrare Brahim Diaz di trenta metri...». 

 Nell’Inter il ritorno di Lukaku è senz’altro una risorsa in più: come va maneggiata da Inzaghi?

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 «È una situazione molto delicata: molto dipende da qual è il livello di potenziale che è in grado di esprimere Lukaku. Se è vicino al suo massimo, va reinserito anche rischiando di lasciare fuori un giocatore che è stato importante come Dzeko. Se non lo è, non c’è un motivo per non continuare a impiegare il giocatore che è stato il più continuo e più importante del reparto offensivo dell’Inter. Perché è vero che Lautaro ha fatto tanti gol ed è un centravanti fortissimo, ma nello sviluppo e nella creazione del gioco offensivo Dzeko in questo momento è quasi indispensabile. Per questo è difficile gestire il rientro di Lukaku. Detto ciò, sicuramente non lo si aiuta mettendolo dieci minuti dalla fine». 

 Cosa offre di diverso Onana rispetto ad Handanovic?

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 «Ho un’idea mia sull’argomento. E penso che per il modo che abbiamo in Italia di valutare i portieri, dove l’aspetto tecnico e la pulizia delle parate hanno un valore, beh io preferisco Handanovic ad Onana e non me ne voglia nessuno. Poi che anche per ragioni anagrafiche ci sia stata nella testa dell’Inter l’idea di sostituire Handanovic è comprensibile, ma stiamo parlando di un portiere che è forte. Quello che invece non ho ancora visto in Onana è l’affidabilità nel comportamento tra i pali. In una grande squadra il portiere nelle interpretazione delle varie situazioni di gioco deve essere altamente affidabile: io non so se ci stanno lavorando in allenamento e lui stia cercando di adattarsi dal punto di vista tecnico al nostro calcio, però questo finora è stato un po’ un limite di Onana». 

 Restando in ottica milanese: è più insidioso il Porto per Inzaghi o il Tottenham per Pioli?

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 «Il Milan con il Tottenham non parte favorito però può batterlo perché è una squadra forte ma non è una corazzata come altre squadre inglesi. L’Inter con il Porto parte avanti e l’insidia è proprio quella perché è vero che il Porto non ha il grande nome di altre avversarie, però è una squadra che è abituata a stare in Champions e che quello che sa fare, lo fa sempre bene. Se però pure l’Inter riesce a fare quello che sa fare, secondo me è più forte e dovrebbe passare. Però non può giocare sotto al massimo perché, soprattutto a casa loro, sono aggressivi e giocano bene».  

(Tuttosport)