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Marchetti: “Italia, manca identità. In Serie A liti degne di una riunione condominiale”

Marco Macca Redattore 
Intervenuto ai microfoni di TMW Radio, Luca Marchetti è tornato sulla brutta eliminazione dell'Italia agli Europei, ma non solo

Intervenuto ai microfoni di TMW Radio, Luca Marchetti è tornato sulla brutta eliminazione dell'Italia agli Europei, ma non solo:

Cosa lascia la deludente eliminazione dell’Italia agli ottavi?

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“Siamo malati di Svizzera, non riusciamo neanche a passare il turno con la Svizzera e il problema c’è. È stato detto tanto e da tanti, credo che la situazione più preoccupante non sia la sconfitta all’Europeo con la Svizzera agli ottavi, se avessimo incontrato una Germania o una Spagna avremmo parlato di una qualità superiore. Non c’è grande gap tra Italia e Svizzera, possiamo parlare di una sfida quasi alla pari. Il senso di impotenza dato da questa nazionale non va legato al solito ragionamento che facciamo, ovvero la ricerca del talento, i pochi minuti per i giovani e la ricerca dei modelli tedeschi, spagnoli e francesi. Penso che se dobbiamo parlare di temi politico-sportivi la responsabilità è del presidente federale. All’Italia è mancata identità, questo è ascrivibile al gruppo e all’allenatore, non al presidente federale. Poi non dobbiamo essere ipocriti perché tutti eravamo felici dell’arrivo di Spalletti, ma è giusto dire che la formazione messa in campo con la Svizzera se la poteva giocare almeno alla pari, cosa che non ha fatto. Poi possiamo parlare di politica sportiva, ma ci mancavano cose ascrivibili al campo in questo Europeo”.

Cosa manca per trovare una svolta nel calcio italiano?

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“Immagina quanto è difficile il lavoro per un presidente federale visto che la Serie A è la locomotiva del movimento e si litiga come fosse una riunione condominiale. Io non voglio né attaccare né difendere Gravina, basta guardare i fatti. Le riforme che aveva in testa Gravina e che ha sbandierato non sono mai state fatte perché non ci sono stati i numeri per realizzarle. A leggere e a vedere queste riforme, dalla struttura dei campionati alla questione delle giovanili, nessuno le ha bocciate. Si è trattato di fare pesi e contrappesi su questioni politiche che non hanno permesso all’Italia di crescere calcisticamente. C’è un immobilismo in Italia che non lo scuoti neanche se arriva Giovanna D’Arco".

Cosa ha detto questo Europeo a livello di mercato?

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“Sono più le delusioni che le sorprese, eravamo all’apertura ufficiale del calciomercato e l’errore di Sesko nel finale, a prescindere dalla paratissima di Diogo Costa, fa riflettere. Vale 60 milioni, ora vale 30 milioni? Come le oscillazioni in positivo per ogni gol fanno salire il cartellino, questi errori dovrebbero farla scendere. Chiesa? Credo che la valutazione sia legata a quanto resta a bilancio della Juventus, io penso che si possa prendere anche a meno di 25 milion”.


(Fonte: TMW Radio)