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Marchisio: “I giocatori volevano fermarsi subito. Il post contro Icardi e compagni? Mi sono…”

Le parole dell'ex giocatore bianconero a Crosetti sul Venerdì

Redazione1908

"È una grande bolla, che galleggia fuori dalla realtà. Però io penso che il compito di un personaggio pubblico sia far sentire la sua voce. Possiamo chiamarlo potere però mi piace di più la parola responsabilità". Questo è il calcio e il ruolo che i calciatori dovrebbero avere secondo Claudio Marchisio. L'ex Juve, una volta detto addio ai campi, ha fatto sentire la sua voce con determinazione anche in campo sociale. In un'intervista al Venerdì racconta anche il momento terribile che il mondo sta attraversando e ciò che avrebbe dovuto fare il calcio: "I giocatori volevano fermarsi subito, e avevano ragione. L'Uefa lo ha capito tardissimo. Ho molto apprezzato le parole di Lewis Hamilton: il dio denaro non può governare ogni cosa. Potevano dirgli, e qualcuno lo ha fatto, ma stai zitto tu con tutti i soldi che guadagni, guida la tua macchina e taci. Invece no, a volte tacere non si deve. Abbiamo capito subito che il virus non lascia fuori nessuno. L'Italia è stata pronta, l'Europa un po' meno".

Il post contro i giocatori del Psg che hanno festeggiato abbracciati con i tifosi (quando il virus già impazzava): "Credo fosse necessario. Sono sensibile ma anche molto incazzato. A volte i collaboratori mi dicono Claudio, non sembri neanche tu. E invece sì che sono io, lo sono più che mai".

Calciatori immaturi? "Non è facile reggere la pressione di un'esame di vita ogni tre giorni. L'ottanta per cento di noi non ha fatto che giocare a pallone fin da quando era bambino. Servono tempo e pazienza. Ma i giocatori restano, nonostante tutto, la migliora parte del calcio".

(Venerdì)

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