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Marcos Senna: “Italia diversa rispetto al passato. Barella? Grandissima qualità”

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L'ex centrocampista della Nazionale spagnola, campione d'Europa nel 2008, presenta la semifinale di questa sera

Fabio Alampi

Marcos Senna, ex centrocampista e campione d'Europa nel 2008 con la Nazionale spagnola, ai microfoni de La Gazzetta dello Sport presenta la sfida di questa sera tra Italia e Spagna: "L’Italia resta l’Italia con la sua forza e la sua esperienza, però è innegabile che il gioco attuale sia storicamente diverso rispetto al passato. L’Italia di Mancini vuole la palla, se non ce l’ha la va a cercare, la tratta bene e quando segna non si ripiega aspettando il contropiede ma cerca il secondo e il terzo gol. È la prima volta che la vedo giocare in maniera così aggressiva. È una squadra completissima".

Questo cambio di attitudine quanto dipende dalla presenza di Verratti, Jorginho e Barella.

"Quasi totalmente direi. Sono tre centrocampisti di livello mondiale che hanno delle caratteristiche molto precise. Trattano benissimo la palla, hanno grande tecnica. Restando sul tema della ‘spagnolizzazione’, quei tre potrebbero tranquillamente giocare per la nazionale di Luis Enrique, perché la loro idea di calcio è la stessa. Quando Luis Aragones decise di cambiare il modo di giocare della Spagna non lo fece per un capriccio. Fu intelligente e lucido: io con Pellegrini nel Villarreal facevo un calcio associativo, lo stesso Xavi e Iniesta al Barcellona. E poi Cazorla, David Silva, Fabregas, Xabi Alonso. Con gente così non puoi fare un calcio diretto. E poi avevamo punte che combinavano bene con noi come Villa o Torres. Aragones cambiò appoggiandosi sulle qualità dei suoi uomini e fece benissimo. Immagino che Mancini stia facendo un percorso simile: quando hai tre centrocampisti come Verratti, Barella e Jorginho puoi fare quello che vuoi, e Mancini ha scelto la via del gioco. È una meraviglia vedere all’opera questa Italia".

Si possono fare dei paragoni tra quel centrocampo della Spagna e l’attuale dell’Italia?

"Beh, io sono anni che sono innamorato di Verratti e penso che sia la cosa più simile a Xavi che ho visto su un campo di calcio. Il modo di controllare i tempi dell’azione, di rallentare o accelerare, il modo di girarsi, il modo di ricevere, proteggere e dare la palla… Barella lo conosco meno, ma è comunque un ragazzo di grandissima qualità".

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