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Luca Marelli è un ex arbitro che non ha mai smesso di interessarsi alle vicende del calcio. Soprattutto a quelle più tecniche, che da quest'anno riguardano la sua ex categoria. Stiamo parlando dell'introduzione del Var e degli episodi che questa tecnologia ha già contribuito a risolvere in maniera corretta. Scrive Marelli sul suo blog a proposito del rigore assegnato all'Inter contro la Spal: "Ci sono parecchi punti da affrontare per un episodio che sembra facilissimo ma che è stato reso complicato. Gavillucci fischia calcio di punizione dal limite per il contatto tra Vicari e Joao Mario, sanzionando il difendente con il cartellino giallo (perciò qualificando l’azione come NON Dogso); la posizione appare subito di difficile individuazione live, meno rivista al monitor; Gavillucci viene richiamato dai VAR per valutare l’esatto punto in cui il contatto sia avvenuto; Gavillucci si reca presso il monitor a bordo campo per rivedere l’azione, decidendo per l’assegnazione del calcio di rigore e per l’ammonizione di Vicari (infatti non ha comunicato al capitano della Spal l’annullamento della sanzione disciplinare)."
Secondo Marelli sarebbero stati commessi parecchi errori: "Il meno grave è il tempo impiegato per prendere una decisione: quattro minuti e dodici secondi per assegnare un rigore che, con l’ausilio delle immagini, è abbastanza evidente sono decisamente troppi. Gavillucci non avrebbe dovuto rivedere le immagini: non si tratta, infatti, di una valutazione ma di una semplice rilevazione. Le immagini, in questo caso, servono solo per comunicare all’arbitro il punto in cui è stato commesso il fallo. I VAR avrebbero dovuto solo comunicare a Gavillucci di assegnare il calcio di rigore". Perché le cose non sono andate così? "Possiamo ipotizzare che Gavillucci sia stato richiamato davanti al monitor per valutare la sussistenza o meno di un Dogso, che avrebbe portato all’espulsione del difendente. Per arrivare ad una tale scelta, evidentemente Mazzoleni (VAR 1 ieri a Milano) avrebbe dovuto ritenere la scelta del cartellino da parte di Gavillucci come un chiaro errore. Chiaro errore che, in questo caso, avrebbe dovuto portare ad una sola decisione: cartellino rosso per Vicari. Ipotesi assurda dato che, in caso di rigore, il rosso è escluso, non trattandosi di azione nella quale il difendente trattenga un calciatore disinteressandosi del pallone. Non voglio credere che Mazzoleni possa aver richiamato il collega per valutare un’eventuale espulsione di Vicari, significherebbe non conoscere le basi del regolamento… Nel caso specifico la decisione corretta avrebbe dovuto essere una conseguenza: calcio di rigore ed annullamento dell’ammonizione, dato che siamo in presenza di un normale fallo di gioco, depenalizzato a livello disciplinare dalla circolare numero 1. In questi casi le possibilità sono due: calcio di punizione ed ammonizione oppure calcio di rigore senza sanzione disciplinare. Insomma, da qualunque parte la si guardi è stato un pasticcio."
Il contatto tra Dalbert e Schiattarella - "Arbitri ed assistenti non hanno visto assolutamente nulla dell’episodio, al limite possono aver deciso ad intuito. Sia Gavillucci che l’assistente non possono aver visto con chiarezza, per due motivi simili ma differenti: Gavillucci ha la visuale coperta (almeno parzialmente) da Borja Valero, l’assistente ha l’attaccante della Spal di fronte e non può mai vedere la spinta di Dalbert (e tantomeno giudicarne l’intensità)."
Perché la VAR non è intervenuta? Perché non si tratta di un chiaro errore. Certo, c’è una leggera spinta ma, dall’altra parte, c’è una enorme accentuazione dell’attaccante. Un po’ come a Bologna: un leggero contatto c’è ma nulla che possa qualificarsi come “chiaro errore”. Il problema è sempre lo stesso: se fossi stato in campo, con ogni probabilità, avrei voluto rivedere l’episodio, soprattutto considerando la scarsa visuale in presa diretta. Purtroppo, ad oggi, il protocollo VAR è molto vincolante e non consente di visionare episodi dubbi ma solo ed unicamente episodi di “chiaro errore”. Non è certo un caso che, anche ieri, tutti i ricorsi al video hanno portato alla modifica delle decisioni assunte in campo. Ribadisco la mia idea: il protocollo va bene così, con limiti ben precisi. Ma va data la possibilità agli arbitri di mantenere il potere decisionale senza, di fatto, delegare la decisione ai VAR, come accade adesso. Nel caso Dalbert/Schiattarella, infatti, un’eventuale intervento del VAR avrebbe significato questo: “Gavillucci, sono Mazzoleni, guarda l’episodio perché sono certo di un chiaro errore”. La conseguenza sarebbe stata la rivisitazione dell’episodio ed il calcio di rigore. Oggettivamente questo è un episodio che lascia qualche dubbio ma certamente non si tratta di chiaro errore.
(dal blog di Luca Marelli)
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