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Marelli: “VAR? Sì al challenge come negli USA. Rigore in Inter-Juve? Ormai…”

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Le parole dell'ex arbitro e ora addetto alla moviola per DAZN a proposito delle prospettive della tecnologia

Daniele Vitiello

«Il Var dev'essere al servizio del calcio, quindi anche delle società e non soltanto degli arbitri». Luca Marelli, ex fischietto di Serie A e attuale commentatore di Dazn, ha rilasciato una interessante intervista ai microfoni del Corriere dello Sport a proposito del futuro della tecnologia nel calcio.

 Marelli, quindi anche per lei il challenge può migliorare il calcio? 

«Sono favorevole dal primo momento, per me è la naturale evoluzione della tecnologia. Sono un grande appassionato di sport americani e anche oltreoceano c'è stata questa trafila: prima la tecnologia a disposizione degli arbitri, poi la possibilità per gli allenatori di chiamare il challenge».

Quindi non è vero che poi si perde troppo tempo? 

«Nel football americano i challenge possibili sono 4, ma possono diventare 6 se il primo va a buon fine. In realtà non succede mai che si utilizzino tutti. Posso citare anche un altro esempio: ai recenti Mondiali di futsal, su 208 possibilità di interventi ce ne sono stati 60. Quindi meno di un terzo. È eccessivo pensare che col challenge ci possa essere una notevole perdita di tempo».

Il rapporto tra arbitro e Var non decolla e assistiamo spesso a procedure opposte per casi simili. Vedi Inter-Juve (rigore dato ai bianconeri) e Roma-Napoli (rigore non dato agli azzurri). 

«Sapete come la penso sul rigore di Inter-Juve: per me non è da Var, perché è un contatto marginale. Ormai qualsiasi contatto viene posto sotto la lente d'ingrandimento come se fosse un fallo».

Il problema quindi sono i troppi fischi in area? 

«Sì, ma il nuovo designatore Rocchi non può fare miracoli. Veniamo da due campionati con 187 e 150 rigori. Ci vorranno mesi, se non anni, per invertire la tendenza. Siamo il campionato con più penalty in assoluto. In questa stagione siamo già a 46. In Ligue 1 ne sono stati dati 34, ma con una giornata in più».

Spalletti ha detto “ok al challenge, ma ci vorrebbe un ex arbitro nelle società per gestirlo”. Lei è d'accordo? 

«Bella idea. E in qualche caso ha già portato buoni frutti. Penso all'ottimo lavoro di Pinzani a Parma, la squadra meno ammonita per due anni di fila, e di Marco Gabriele alla Lazio».

Ai suoi tempi la centralità del direttore di gara era sacra. Oggi tra le lamentele più comuni degli allenatori c'è la seguente: “Non si capisce più chi arbitra”. 

«Ai miei tempi avrei pagato per avere a disposizione il Var, sai quanti errori mi sarei evitato? Nel passato, un gran numero di polemiche erano incentrate sugli assistenti per i gol-no gol e i fuorigioco. Pensiamo a questo, a quello che la tecnologia ha portato: non ci sono più polemiche sugli assistenti. Per gli arbitri ci sarà sempre un margine di polemica, sono esseri umani e hanno la loro soggettività».

Rapporto arbitri-allenatori. Alcuni, come Gasperini, lamentano una mancanza di dialogo. 

«Secondo me Gasperini ha ragione: manca un po' di dialogo. I grandi arbitri del passato come Collina, Rosetti, Morganti e Messina avevano notevoli doti comunicative. In campo bisognerebbe parlare di più».

E fuori dal campo? 

«No, per me non sono pronti. Il dialogo verso l'esterno l'Aia dovrebbe cominciare a farlo a partire dai suoi canali, facendo conoscere gli arbitri. Pensare a delle conferenze stampa post-partita lo trovo invece fuori luogo, rischia di diventare una caccia all'errore arbitrale. L'arbitro a caldo può essere convinto di una dinamica e poi rendersi conto, dopo ore, di aver commesso un errore».

Il bilancio del turno infrasettimanale? 

«In questo turno ci sono stati degli episodi interpretabili da moviola e non ci sono stati errori da Var».

Qual è la differenza? 

«Si può essere d'accordo nel dire che il contatto Mancini-Pavoletti sia rigore. Ma si può anche non essere d'accordo, e io sono di questa idea, perché mi sembra un semplice contatto. Però il Var ha fatto bene a non intervenire, perché l'arbitro ha visto e valutato. Se il Var fosse intervenuto, avrebbe fatto la moviola in campo: cioè quello che è accaduto in Inter-Juve sul contatto Dumfries-Alex Sandro. E non va bene».

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