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Maresca: “Il Var ha migliorato il calcio. Mi fanno arrabbiare i bugiardi in campo. Conte…”
«Sei sempre tu, Maresca, sei sempre tu». Sono le parole urlate da Antonio Conte durante un Udinese-Inter. Parole che costarono l'espulsione del tecnico che ritrova Maresca tre anni dopo. "Sarà un piacere — spiega Fabio Maresca intervistato dal Corriere della Sera —. È un meme che mi accompagna da anni. Ci sono affezionato. Chiarimmo subito, quindi è acqua passata. Ritroviamo un allenatore top che arricchisce il campionato italiano".
«Un onore. L’assenza peserà. Non era solo il migliore, ma anche il nostro capitano. Grazie a lui siamo cresciuti, oggi c’è un gruppo giovane ma forte. Diciamo che non c’è più un capitano, ma una squadra di capitani. Ognuno porta il peso che può».
«Mi sono solo comportato come un fratello maggiore. L’arbitro oggi non può fare solo l’arbitro. Deve capire tutto il contesto, ciò che avviene attorno al campo. La società è più complessa, come il calcio. La lotta al razzismo deve coinvolgere tutti. Inclusi noi».
«Serve personalità. E collaborazione. Come per gli episodi di campo, la gestione deve essere collettiva. Occorre l’aiuto di tutti. La regola però è sempre la stessa: sangue freddo e buon senso».
«Personalmente spero di no. Per arbitrare in serie A bisogna saper lasciare fuori tutto. Anche la sfera associativa. Quando arbitri, il campo è l’unica cosa che conta».
«Arbitrare di più in Europa. E chiudere alla grande, al livello più alto, come Orsato».
«Quando mente. Oggi, con cento telecamere ti beccano subito. Non stai provando a fregare me, ma tutti».
«Per me sarebbe giusto. Non abbiamo nulla da nascondere. Io non avrei problemi, ma non siamo tutti uguali. Occorre il contesto giusto, dove non si cerca la polemica, ma un dialogo costruttivo».
«In meglio. E fra 5 anni sarà ancora meglio, perché la tecnologia avanza. Ma non deve mai snaturare il gioco, solo aiutare a evitare errori».
«Hanno ragione. Aver giocato almeno un po’ è fondamentale. Ma loro non hanno mai arbitrato. E vi garantisco che è difficile uguale».
(Corriere della Sera)
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