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Marini: “Quest’Inter è la migliore degli ultimi 8-10 anni: non ha punti deboli”

Marco Astori Redattore 

Le parole dell'ex nerazzurro: "Dopo Mbappé e Haaland, Lautaro è il miglior attaccante al mondo. I numeri non mentono"

Intervenuto ai microfoni di Tuttosport, Gianpiero Marini, ex giocatore e allenatore dell'Inter, ha parlato così del momento dei nerazzurri: «Questa Inter è l’Inter migliore in assoluto degli ultimi 8-10 anni. È forte in tutti i reparti e non ha un punto debole. La difesa è solida, il centrocampo ha tanta qualità e davanti segnano a raffica grazie a giocatori di grande talento e altissimo livello. Due campioni come Calhanoglu e Lautaro in Italia non li ha nessuno».

Quale ritiene più temibile tra Milan, Juve e Napoli come rivale dei nerazzurri per lo scudetto?

«Come tutto il rispetto delle tre formazioni citate, direi nessuna. Sono squadre molto attrezzate, ma ritengo l’Inter nettamente migliore rispetto alle concorrenti. I nerazzurri oggi sono tra le squadre più forti d’Europa».

Davanti poi nessuno segna come la coppia Lautaro-Thuram.

«Con un tandem del genere l’Inter parte praticamente da 1-0 in ogni match. Faccio un plauso a Marotta e Ausilio, che non stanno sbagliando una mossa sul mercato. Thuram preso a zero è stato un colpaccio: hanno inserito un campione senza spendere un euro».

Al fianco del francese brilla Lautaro: il ‘Toro’ sta diventando un top player internazionale...

«Dopo Mbappé e Haaland, Lautaro è il miglior attaccante al mondo. I numeri non mentono e dicono che a livello realizzativo ormai è al livello degli altri due».


Lei è stato un grande centrocampista: Barella e Frattesi possono giocare insieme o rischiano di essere dei doppioni?

«Possono tranquillamente coesistere, perché hanno caratteristiche diverse. Nicolò ha una attitudine maggiormente difensiva; mentre Davide può agire pure da trequartista vista la sua grande capacità di inserimento ed è bravo anche nello stretto a dialogare con i compagni per poi inserirsi in zona-gol».

C’è un centrocampista che le piace particolarmente nel calcio di oggi?

«Adesso il mio idolo è Calhanoglu. Ritengo sia un campionissimo. Anzi le dico di più: Hakan è il vero top player dell’Inter. Calha sa fare tutto e pure molto bene: recupera palloni, dà la palla gol ai compagni, calcia bene le palle inattive ed è implacabile come rigorista. Un giocatore completo. Il turco attualmente è il centrocampista più forte della Serie A e uno dei migliori calciatori al mondo».

Simone Inzaghi spesso divide critica e tifosi: tanti lo esaltano per la bravura a preparare le gare secche, altri gli rinfacciano il campionato perso nel testa a testa col Milan nel 2022 e le 12 sconfitte in A della scorsa stagione. Lei da che parte sta?

«Per Inzaghi parlano i fatti. In questi anni ha conquistato diversi trofei. Come si può criticarlo? Gli manca solo lo scudetto per consacrarsi: quest’anno deve vincerlo».

Facciamo un salto indietro nel tempo a 29 anni fa: lei da tecnico dell’Inter contro il Salisburgo vinse la Coppa Uefa. Ci racconta un aneddoto?

«Venivamo da 3-4 mesi di grosse difficoltà in campionato, tanto che eravamo quasi in zona retrocessione a causa dei tanti infortuni. Facemmo male, ma gli ultimi due mesi recuperammo tutti i big. Con il rientro di Berti, Ferri, Sosa, Jonk e Bianchi era tutta un’altra Inter. Tanto che prima della finale dissi alla squadra che la coppa era già in bacheca. Lo feci per galvanizzare i giocatori. Eravamo consapevoli di essere più forti e così è stato».

Dove può invece arrivare l’Inter di oggi in Champions?

«Questa Inter è tra le 2-3 squadre più forti d’Europa. Può replicare il cammino dell’anno scorso e arrivare in fondo in Coppa, anche se l’obiettivo principale della società resta la conquista della Seconda Stella».


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