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Intervenuto ai microfoni di Radio Sportiva, il responsabile dell'area tecnica dell'Udinese Pierpaolo Marino ha parlato così dell'emergenza Coronavirus e delle possibili conseguenze sul mondo del calcio: "Come vivo questo momento? Come un leone in gabbia. Siamo abituati a lavorare senza pausa, ma ora si ha la sensazione che possa succedere qualcosa da un momento all'altro senza poter incidere. Sei impotente. Sentiamo l'esigenza di discutere su come andrà a finire il campionato ma ci scontriamo contro 700 morti al giorno ed i carri funebri sostituiti dai mezzi militari. Certi discorsi oggi sembrano inadeguati, improponibili. Siamo davanti ad una pandemia che non permette nessuna programmazione se non qualche riferimento proveniente dai paesi in cui il contagio è avvenuto prima. I discorsi che si proiettano verso maggio-giugno, secondo me, lasciano il tempo che trovano. Sono preoccupato per la regolarità della stagione prossima, non guardo più a questo campionato perché sono troppe le problematiche che intravedo. Purtroppo il discorso Coronavirus non si esaurisce in 15 giorni.
IL MERCATO - "Non c'è nessuna attenzione perché ancora non sappiamo quale sarà il destino di questa stagione e quali saranno le finestre di mercato. Leggo di trattative che riguardano anche i nostri giocatori: ci sarebbe da farsi una risata se il momento non fosse così triste. Chi le farebbe queste trattative? Fantasia pura. Sento i colleghi solo per tematiche strettamente correlate all'emergenza. Inoltre mi chiedo quali saranno le quotazioni post virus dei giocatori? Non credo che il trend al rialzo potrà continuare, il calcio non può andare in controtendenza rispetto ad una crisi mondiale. Voler ostinarsi a considerare il mondo del calcio in tutte le sue sfaccettature al di fuori del contesto di questa pandemia è un esercizio a cui io non vado dietro".
IL MONDO DEL CALCIO - "Sono discorsi molto complicati ma credo che il calcio ritroverà il suo equilibrio. E' un mondo che, seppur con tutti i suoi difetti, ha dimostrato in passato nei momenti più difficili di saper trovare da solo i suoi equilibri. Chiaro che i club debbano essere salvaguardati in questo periodo in cui i giocatori non potranno fornire le loro prestazioni. Parliamo di pagamenti importanti. Ovvio che un ridimensionamento dovrà esserci, anche per la salvaguardia dello stesso posto di lavoro da parte dei calciatori. Playoff/play-out? In questo momento è un problema secondario, qualcuno rimarrebbe sempre scontento. Va trovata la soluzione più indolore per tutti. Dobbiamo salvaguardare il futuro del calcio e la regolarità del prossimo campionato".
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