Pierpaolo Marino, ex direttore sportivo dell'Atalanta al tempo dello scandalo scommesse del 2011, ha analizzato quanto sta accadendo ora
Pierpaolo Marino, ex direttore sportivo dell'Atalanta al tempo dello scandalo scommesse del 2011 che coinvolse alcuni calciatori bergamaschi, ha analizzato quanto sta accadendo ora con alcuni giocatori di Serie A:
I giocatori, visto quanto sta accadendo in questi giorni, sembra non abbiano ancora imparato la lezione...
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«Lì l’accusa era aver orientato anche i risultati delle partite, mentre ora non siamo ancora a questo livello e auguriamoci di non arrivarci. Noi, dopo quell’esperienza nefasta, adottammo un codice etico basato su vari comportamenti che i tesserati dovevano avere, un codice che dovevano firmare e che - se violato - ci dava la possibilità anche di rescindere il contratto. E che ci dava pure i mezzi per controllare ciò che facevano con strumenti che altrimenti un club non ha a disposizione. Noi, per esempio, monitoravamo anche i flussi di scommesse sulle partite dell’Atalanta».
Per Fagioli e compagnia si parla di pene esemplari: è la strada giusta?
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«Il primo obiettivo deve essere recuperare e rieducare questi ragazzi. A Bergamo, per esempio, trovai terreno fertile con Masiello che fu favorevole all’idea di andare per le comunità presenti sul territorio impegnandosi nel sociale. E, dopo la squalifica per calcio scommesse (2 anni e 5 mesi, ndr), è tornato a giocare a ottimi livelli. Il modo migliore per evitare tutto questo è prevenirlo».
Marino, lei ha vissuto in prima persona l’ultimo grande scandalo legato al calcio scommesse. Che aria tira stavolta?
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«Fare pronostici mi risulta difficile, ma indubbiamente non ne esce bene né l’immagine del calcio, né quella dei calciatori. Al momento, e mi auguro resti così, non mi sembra che questi ragazzi si siano messi in affari con la malavita per condizionare i risultati delle partite. E le sanzioni, che ci saranno, da parte della Federcalcio devono essere graduate in modo corretto».