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Mario Corso stregato da Pirlo: «Foglia morta da corsa. Gli devo chiedere…»

Lorenzo Roca

Andrea Pirlo ha messo il copyright sulla «maledetta»: è la punizione nella quale il regista bianconero colpisce la sfera nella parte superiore, per dare al pallone la rotazione di un giro, ma in avanti e non lateralmente. Nasce così una...

Andrea Pirlo ha messo il copyright sulla «maledetta»: è la punizione nella quale il regista bianconero colpisce la sfera nella parte superiore, per dare al pallone la rotazione di un giro, ma in avanti e non lateralmente. Nasce così una traiettoria alta ad effetto, che poi scende quasi all’improvviso. E i portieri non riescono mai a intuirne la traiettoria.A Torino, in Juve-Napoli 3-0, Pirlo ha proposto qualcosa di assolutamente inedito. Una punizione calciata a 85 km/h, quindi con grandissima forza. È rimasto ammirato e sorpreso dalla prodezza di Pirlo, anche Mario Corso, l’inventore della «foglia morta», per dire della leggerezza con la quale il pallone calciato dal suo sinistro si posava oltre la linea di porta, 35 gol in carriera su palle da fermo: «È stato qualcosa che non avevo mai visto prima; un calcio di punizione strano e unico. Ha tirato dritto per dritto, con grande forza; Pirlo ci aveva abituato a colpire il pallone di mezzo interno o di interno, con rincorsa che partiva lievemente da sinistra rispetto al pallone; invece questa volta ha cambiato tutto. La palla si è abbassata più tardi del solito, all’ultimo momento: è come se avesse sentito che si stava avvicinando la traversa ed è scesa, giusto per superare Reina. Se dovessi dare una definizione al colpo di Pirlo, direi che è stata una foglia morta da corsa. Venerdì, a San Siro, dopo Italia-Germania, gli chiederò come ha fatto. Voglio capire bene. Conteranno anche i palloni, che sono più leggeri rispetto ai miei tempi, ma è stata una grandissima giocata».